I Syncopated city, recente progetto già ampiamente raccontato su queste pagine, si è reso protagonista di un nuovo singolo e relativo videoclip, il quale è stato realizzato da Akura Kitsune productions
Let it come, scritto e prodotto da Irene Salis e Stefano Casti, è il titolo quanto mai azzeccato del loro nuovo lavoro, con il quale si sintetizza il significato del brano. Lasciar accadere, accogliere è la disposizione d’animo del saggio, che, nelle filosofie post-aristoteliche, punta all’atarassia, a uno stato di imperturbabilità. A ben vedere, però, il senso del brano è molto diverso. L’ideale non è l’apatia, ma, al contrario, vivere le passioni con rinnovato stupore. Chi si stupisce non è, in quel momento, sapiente, è, altresì, stupido. Etimologicamente, infatti, viene dal latino stupidus, a sua volta derivato dal verbo stupēre, restare attoniti, sbalorditi, storditi. Vivere nella crisi (“Crisis is sacred, Crisis is blessed”) significa accogliere e lasciar andare, restare colpiti e storditi.
L’ambientazione del videoclip, il fortino di Sant’Ignazio sul colle di Sant’Elia a Cagliari, mostra nello stesso tempo la bellezza dell’affaccio sul mare e delle rovine e l’aridità quasi desertica del territorio. Il ritmo incalzante del basso di Stefano Casti, della batteria di Nicola Vacca e della bellissima voce di Irene Salis, inframmezzato da momenti introspettivi, dà quasi l’impressione di essere un canto dionisiaco. In entrambi questi aspetti, centrale è questa sorta di danza della crisi, di una bellezza stordita. Per cambiare bisogna uscire dalla propria individualità e immergersi nel flusso delle cose.
Non è il momento di giudicare il progetto nella sua interezza, ma certamente c’è la curiosità di sentire un intero album e vedere le loro performance dal vivo.