Da ieri molti musicisti sono scesi in sciopero. Non potendolo fare sui palchi, hanno deciso di farlo su queste grandi piazze virtuali che sono i social network, dove in queste settimane si è suonato tanto, forse troppo.
Un po’ di silenzio farà bene a tutti. Forse non è questo lo spazio opportuno in cui praticarlo per raggiungere lo scopo, ma almeno sarà utile a far capire quanto la musica permei le vite di tutti, in un modo o nell’altro. Il settore lamenta enormi difficoltà da tempo e questa pandemia non ha fatto altro che aggravare il problema per ragioni che dovrebbero ormai essere sotto gli occhi di ognuno di noi.
Sa Scena in questi due anni, nel suo piccolo, ha cercato di dare visibilità ai musicisti sardi, e con loro ai locali, ai festival, alle associazioni e a tutti gli operatori che tra mille difficoltà si sbattono per fare musica nell’isola. Riteniamo che lo sciopero continui a essere un efficace mezzo di lotta e rivendicazione, e crediamo che il settore musicale abbia tutte le ragioni per alzare la voce e reclamare diritti e tutele, esattamente come tutti gli altri.
Noi non aderiremo allo sciopero. Innanzitutto perché non siamo direttamente coinvolti dalla crisi del settore: siamo semplicemente un piccolo gruppo di amanti e cultori della musica, che fa quel che fa spinto dalla sola passione e in totale autonomia. Non lo faremo perché crediamo che i luoghi dove la musica debba riprendere a vivere non siano né i social, né le camerette, né i balconi, né tantomeno i drive-in. Ma non lo faremo soprattutto per continuare, in questi giorni di oblìo, a dare visibilità anche a iniziative come questa, nella speranza di contribuire, seppur solo in minima parte, a tenere viva l’attenzione su questa parte di umanità.