Red Crystal – Mezzanotte. Il rock sardo negli anni Novanta del vecchio secolo.

Claudio LoiRetromania

Talvolta nei mercatini dell’usato, tra ferraglia di ogni tipo, scarti della civiltà industriale, vestiti usati, refurtiva e qualsiasi cosa vi venga in mente, si possono trovare oggetti inaspettati, soprattutto se andate alla ricerca di qualche reperto musicale dimenticato dal tempo e dagli esseri umani, abbandonato sul ciglio della strada o semplicemente ignorato. Se si ha fortuna si trovano collezioni complete di vinili emerse da qualche cantina in fase di ristrutturazione o nella soffitta a cui non accede nessuno da anni. Piccoli tesori messi a disposizione di fanatici e collezionisti che finalmente ritrovano lo spazio e la gloria che gli è dovuta. Poco tempo fa ho avuto il piacere di intravedere il primo CD dei in mezzo a improponibili collezioni di musica classica low cost e non me lo sono fatto scappare. Quell’album si chiamava Mezzanotte, venne registrato e missato nell’estate del 1992 da Federico Aresu al Digital Studio e messo in circolazione subito dopo. I Red Crystal nel 1992 avevano già maturato una solida esperienza come live band e rilasciato qualche demo di prova prima di concepire Mezzanotte,  il primogenito della famiglia e la testimonianza di tanti anni di duro lavoro. Dagli archivi emerge che la formazione della band risale al 1985 con sede nel cagliaritano per opera di Luca Puddu e Maurizio Viccaro, a cui si sono aggiunti tanti altri musicisti nel corso della loro lunga storia, peraltro ancora in essere. 

Mezzanotte era un album costruito e fabbricato in proprio, una delle tante autoproduzioni della scena rock locale che non poteva certo contare su strutture e case discografiche a cui fare affidamento. Nel disco troviamo i sopramenzionati Luca Puddu alla voce, Maurizio Viccaro al basso e Raffaele Mureddu alla chitarra, un perfetto power trio che poté contare anche sull’aiuto (non di poco) di Fabrizio Dedola alle tastiere e Giorgio Del Rio alla batteria. Sei tracce per meno di mezz’ora di musica, tutte a firma Viccaro/Puddu che in quel momento erano la spina dorsale della band e gestivano la compagnia da buoni padroni di casa. Sei brani sufficienti a inquadrare il loro suono e il loro stile che in quel momento era molto prossimo alle sonorità di gruppi come i primi Litfiba e persino ai suoni dei Mellowtones di Joe Perrino prima maniera. Rock italiano, cantato in italiano come si diceva allora, una fiera presa di posizione e anche la necessità di sentirsi indipendenti dalle grandi correnti del rock anglo-americano. Da segnalare che l’immagine della copertina del CD fu realizzata da Corrado Altieri che propose per l’occasione un incubo in bianco e nero che appare premonitore delle future escursioni nei meandri della scena industrial, quella più dark e intransigente.
Dopo questo disco i Red Crystal hanno avuto continui cambi di formazione, momenti di riflessione, pause fisiologiche non rare in questi ambienti. Ma la loro storia non è mai finita e in tempi recenti hanno pubblicato altri dischi: Regina dell’inganno nel 2003, Passioni Pericolose nel 2019 e realizzato diversi video, tra cui quello che vi propongo e che fotografa una nuova fase del gruppo, più matura e strutturata. Certo i tempi di Mezzanotte sono un lontano ricordo anche se rimane immutato l’approccio alla materia e una passione che non ha nessuna intenzione di affievolirsi. E se trovate da qualche parte quel vecchio CD non lasciatevelo sfuggire perché contiene emozioni e vibrazioni che ancora colpiscono a distanza di tanti anni.