A ridosso del Festival SEUINMUSICA che si è tenuto dal 21 al 22 luglio di questo torrido 2023, abbiamo intercettato Andrea Sanna – uno dei due Direttori Artistici insieme a Luigi Murgia – e ne abbiamo approfittato per parlare di musica, fare musica, organizzare eventi, ma anche di Sardegna e di varie altre cose. Andrea Sanna è un tastierista, compositore, insegnante e – da qualche tempo – organizzatore di eventi. Conosce bene il mondo della musica e le sue contraddizioni, sa bene quanto sia difficile fare la scelta di vivere di musica, ma sa anche che può essere una scelta piena di soddisfazioni. La sua recente esperienza bolognese gli ha anche permesso di guardare l'isola con altri occhi e capire meglio le dinamiche di questo mondo. Ecco le sue impressioni su queste tematiche e sulle sue esperienze nel mondo dei suoni.
Si è da poco conclusa l'ottava edizione di SEUINMUSICA di cui sei, insieme a Luigi Murgia, Direttore Artistico. Mi sembra che anche quest'anno siete riuscite a fare un ottimo lavoro.
Si io e Luigi siamo molto soddisfatti di questa ottava edizione, ogni anno il festival cresce sempre di più pur mantenendo quell'atmosfera intima che lo ha caratterizzato già dalle prime edizioni. Il nostro intento è quello di distinguerci all'interno del panorama dei festival musicali sardi dando spazio alle varie espressioni della musica indipendente più alternativa, il pubblico sembra aver accolto positivamente questa nostra idea dimostrandoci un supporto sempre maggiore, per questo crediamo di essere sulla buona strada.
Per te che sei un musicista l'esperienza di organizzare un festival come quello di Seui è di certo qualcosa che ti servirà per capire meglio le dinamiche della musica e le sue possibilità.
Assolutamente sì: ho partecipato come musicista alle prime edizioni del festival con i progetti SVM e Freak Motel e solo a partire dal 2019 sono entrato a far parte della direzione artistica. Per questo cerco di dare il mio contributo portando anche la mia esperienza da musicista ed immedesimandomi quindi anche nei colleghi che vengono a partecipare tenendo conto di tutte le problematiche logistiche che un artista incontra ogni qualvolta si trova a dover suonare in tour. Nel corso di questi anni Seuinmusica è stato per me anche il teatro di numerosi e bellissimi incontri in cui ho avuto modo di interfacciarmi con maestri come Patrizio Fariselli, Antonello Salis, DJ Gruff, Marco Scipione, per citarne alcuni e instaurando con loro un rapporto di stima reciproca e talvolta amicizia.
Il festival raccoglie esperienze molto diverse tra loro evitando di essere un format chiuso e definito. Questa capacità di accogliere e aprirsi al nuovo mi sembra una delle migliori caratteristiche di questa rassegna.
Sì, come già accennato precedentemente la nostra missione è appunto quella di dar voce alle realtà musicali più alternative e indipendenti quindi di conseguenza non legarci ad alcun tipo di etichetta prestabilita. Crediamo che il crossover tra generi ed attitudini se ben organizzato all'interno di una scaletta possa essere un valore aggiunto nella proposta del nostro festival.
Parliamo anche di musica e della tua esperienza di musicista. Di recente sei stato coinvolto in progetti come Sprigu e Freak Motel e anche li prevale un'attitudine a muoversi tra diversi generi e lasciare sempre una porta aperta.
Posso affermare con certezza che nel processo compositivo dei progetti che hai citato non ci sia nulla di prestabilito a monte, mi piace credere che il risultato sonoro di un progetto musicale sia il frutto dell'incontro e delle sinergie dei musicisti che lo compongono, facendo scaturire una musica che sia il più spontanea possibile. Per quanto riguarda il progetto Freak Motel stiamo lavorando al terzo disco e se ci guardiamo alle spalle ci accorgiamo noi stessi di quanto siamo cambiati pur essendo consapevoli di non aver tradito quell'attitudine all'accoglienza di varie idee sonore che abbiamo sentito nostra sin dall'inizio.
Sprigu invece è un incontro con il musicista Marco Coa: entrambi ci siamo ritrovati in un percorso di ricerca comune, quello della musica e dell'improvvisazione elettroacustica. La nascita del duo quindi è stata una conseguenza molto naturale che ci ha portato e ci porterà allo studio di questo nuovo linguaggio senza porci limiti con contaminazioni e influenze.
Di recente ti sei trasferito a Bologna. Parlaci di questa scelta di vita e delle sue motivazioni.
Dopo aver studiato pianoforte jazz al Conservatorio di Cagliari e dopo diversi anni di insegnamento e pausa dallo studio accademico ho sentito l'esigenza di nuovi stimoli musicali, è questo è coinciso con l'interessamento da parte mia alla musica elettronica quindi la partenza a Bologna è stata necessaria sia per ampliare le mie conoscenze musicali sia per avere nuove esperienze di vita.
Negli ultimi tempi stai quindi approfondendo la conoscenza della musica elettroacustica, dell'elettronica, della sperimentazione sulle dinamiche dei suoni. Immagino che stare a Bologna significhi – da questo punto di vista – poter contare su un livello di conoscenze molto elevato.
Assolutamente sì, attualmente studio musica elettronica al Conservatorio di Bologna nell'indirizzo di improvvisazione elettroacustica che per ora è l'unico in Italia. Durante questo percorso ho incontrato dei colleghi e dei docenti fantastici, come il Maestro Francesco Giomi, che mi hanno arricchito tantissimo sia la punto di vista musicale che da quello umano. A Bologna si respira un ambiente culturale, creativo e di ricerca sia nel mondo accademico che in quello underground e non mancano gli spazi in cui poter sperimentare la propria musica anche nelle sue espressioni più estreme e radicali.
Oltre ai gruppi in cui suoni da tempo, cosa altro stai sperimentando in questo periodo e quali sono i tuoi progetti futuri?
Oltre miei progetti storici come SVM e Freak Motel, come ho detto prima, attualmente sto lavorando in ambito prettamente elettronico e sperimentale con il duo SPRIGU e con il sestetto di improvvisazione elettroacustica B.I.G. Bologna Improvvisation Group nato nel contesto del Conservatorio di Bologna. L'esperienza bolognese mi ha proiettato nell'ambito della ricerca e mi ha reso consapevole di alcune mie caratteristiche musicali che prima magari tenevo nascoste o di cui ero inconsapevole. In futuro vorrei quindi portare avanti questi progetti e parallelamente anche il mio lavoro da solista che al momento è ancora in fase embrionale, ma che spero di farvi sentire al più presto!
Ormai sei un cittadino del mondo ma immagino che la tua isola sia sempre un punto di riferimento. Come ti sembra la situazione musicale in Sardegna in questo momento.
La Sardegna per me è casa. Nonostante mi sia trasferito a Bologna, l'isola rimane comunque un punto di riferimento in quanto la maggior parte dei miei progetti hanno base in Sardegna. Non è facile gestire logisticamente il tutto, ma credo che avere anche un piede fuori dall'isola sia un valore aggiunto per far sì che la mia musica possa circolare anche oltremare. Per quanto riguarda la scena musicale sarda, credo che ci siano tantissimi progetti interessanti e degni di nota, che meriterebbero una maggiore visibilità anche a livello internazionale.
La foto di copertina è di Marco Floris