Wicked Apricots ovvero una scelta di vita e una filosofia che incarna al meglio cosa vuol dire essere punk e vivere di rock. Una band seria, genuina, paesana e a conduzione familiare che se ne è sempre fottuta di essere cool, carina e al passo con le mode.
Rock fatto di sudore, urla, rumore e tanta, tanta, tanta voglia di suonare e divertirsi, musica fatta dal “basso” con fiero piglio DIY. Dalle cantine di Soleminis hardcore punk della migliore tradizione, garage, rock’n’roll old style e le mille sfumature della storia del rock raccontate in concerti infiniti e numerose uscite discografiche.
La band ha cambiato spesso line up ma rimangono alcuni punti fermi: i fratelli Danilo e Felice Salis, Nanni Pinna, Giampiero Locci, Ciro e un pubblico sempre fedele e caloroso che li supporta da sempre.
Forse è proprio questo il loro segreto: essere sinceri, fare cose semplici e farle bene, suonare per il piacere di suonare (tra l’altro sono anche ottimi musicisti), fregarsene del mondo che non ti vuole per costruire un universo parallelo fatto di elettricità e ritmo.
Sono in pista dal 1984 e nel 2014 hanno festeggiato trent’anni di onorata carriera con un live al Cueva (un buco maledetto nella periferia della città metropolitana) e la presentazione di un film che racconta le emozioni di una vita. In quell’occasione ho preso la loro maglietta che ostento con estremo piacere e un pochino mi fa sentire parte di questa avventura.
In questi ultimi anni la band ha cambiato pelle per gli impegni collaterali di alcuni componenti: Danilo è super impegnato con i Dancefloor Stompers, con Scarecrew, con Hayway Desire (credo si scriva così ma non ne sono tanto sicuro) e a fare vino nelle cantine del suo villaggio e gli altri vanno e vengono anche se un ritorno alla formazione originale non è da escludere.
Il richiamo della foresta è troppo forte!
Intanto io sfoggio la mia mia t-shirt, ormai logora per l’uso ma carica di energia come la prima volta.