Sotto il nome d’arte *WHjTEY* si nasconde Edoardo Balzano, un diciannovenne cagliaritano. Il ragazzo si autodefinisce artista sperimentale, chitarrista cantautore e beatmaker, in continua evoluzione e fiero seguace dell’autoproduzione e della scelta di apporre la propria firma su ogni singola fase del processo realizzativo di un brano o disco musicale. L’artista vuole essere anche artigiano e creatore, occupandosi della produzione e registrazione dei propri lavori, in cui la connotazione principale si può identificare nella tendenza all’instabilità nelle forme e nei suoni: un’urgenza creativa che gli impedisce di accasarsi stabilmente presso una precisa connotazione di genere, arrivando a scavalcare gli stessi stili musicali e percependoli come frustranti e limitanti.
Tale approccio nomade si riflette nell’ascolto dell’ultimo EP monotraccia “Sacred Mystique Triangle”, riprendendo due brani già presenti nell’album “37”, pubblicato nella primavera nel 2023, ma in cui si nota già un passo in avanti rispetto allo scorso anno. Sacred è un’unica jam che comprende, per l’appunto, “sun change” e “useless sacrifice”, ma si arricchisce di un terzo brano inedito che confluirà in un futuro lavoro, attualmente in fase embrionale secondo quanto riportato nei credits. Tre brani che compongono il triangolo, riflettendo una componente di ricerca interiore e risveglio spirituale, tra mistico e sacro, dell’individuo attraverso la componente esperienziale della musica.
Risulta difficile descrivere in poche parole i quindici minuti di cui si compone questo live studio session, realizzata in collaborazione con Giospi (Giovanni Spada, classe 1998, che ha suonato le tastiere e curato il mix), perché si susseguono diverse sonorità anni ‘90 in un groviglio di neopsichedelia acida e stoner lisergico (tra primi Monster Magnet e architetture intrippanti alla Mars Volta), alternative rock e deliri noise-grunge, in cui il flusso di coscienza sonoro è sovrano e ammalia con colori e movimenti che ricordano le atmosfere evocative delle pellicole di Jodorowsky.
Whitey è un artista che ha un grande potenziale e una prolifica capacità di immaginazione sonora, corroborata da un vasto background musicale e da un legame profondo con la spiritualità. La sua giovane età è un terreno fertile in cui sperimentare e vagare, dando forma a una resa che potrebbe risultare ancora da limare e acerba, trovando una maggiore stabilità nella proposta, ma con la suggestione che col tempo troverà l’alchimia giusta per incasellare le proprie creazioni. La cura per i dettagli, i miglioramenti nelle linee vocali e la messa a fuoco dei brani arriveranno con grande probabilità. Ce lo auguriamo perché è un potenziale capace di dar vita a chimere musicali, fenici che si autoalimentano e mutano seguendo un percorso sciamanico. Il consiglio è di dargli un ascolto e seguire la sua evoluzione.
Il brano, pubblicato lo scorso 29 gennaio e registrato nel proprio studio domestico, è reperibile esclusivamente sulla pagina soundcloud dell’artista, ove potete anche recuperare il disco del 2022 da cui sono tratti i due brani presenti con un arrangiamento diverso.