Tora Tora 2002: Linea77 live a Parco Monte Claro

Marco CherchiRetromania

Il ebbe il merito di portare in Sardegna i all’apice della loro curva artistica. Lo fece nel momento giusto, in pieno fermento “crossover” (tempi di Inkarakua, Dickies, metal zone boss) e nel posto giusto, quel Parco Monte Claro che alzava polvere sotto i piedi di folle oltre le diecimila teste.

L’episodio raccontato da Agnelli a X-Factor (video) rimanda all’incipit dell’esibizione del combo torinese. Quasi a sembrare un effetto voluto, il blackout battè il tempo con chirurgica precisione esattamente sul colpo di rullante che sincronizzava il salto in avanti di Nitto col mike a mannaia sul pubblico. Il pubblico che si blocca in posa plastica, a seguire boati sotto e braccia aperte sopra il palco. Una sistemata agli impianti in sovraccarico e si riparte con la stessa carica. Stesso punto, stessa combinazione rullante-più-salto, stessa mancata detonazione tra luci e suoni che vengono giù per la seconda volta. È troppo anche per Nitto che riattivata la spia ironizza “oh! Ma la pagate la luce a ?“. Assist al bacio per un parterre che si trasformò, di lì a breve,  in una curva Ultras

Il concerto riprese sotto un andirivieni operaio attorno al palco, la carica rimase intonsa e fu un gran concerto, sudato e impolverato. Tornammo a casa stravolti e felici, pieni di quei ricordi che oggi Agnelli cita in tv.

Rimangono almeno una manciata di cose importanti a distanza di tempo.

I grandi festival rock erano possibili anche da noi, fuori dagli altisonanti circuiti dei “Rock in” tale luogo, ma anche dal mecenatismo-pop-capitalista di più recente formazione: Il Tora Tora era semplicemente il Tora Tora.

Quella sera, interrotti nel pogo come se fosse finita la carica a un giocattolo a molla, rivolgemmo le peggiori invettive a Manuel. “Che poi, alla fine, io la luce l’avevo pure pagata“. E luce fu in effetti, su uno dei festival che ci ha portato la musica a un palmo di naso e a prezzi popolari pur senza internet. 

E un conseguente senso di gratitudine sembra quasi dovuto a quel giudice televisivo che del fottersene del pubblico-pensiero ha sempre fatto un fedele autoritratto: per aver pagato le bollette quella sera (merito da dividere alla pari con Vox Day, silenziosa macchina organizzativa), ma soprattutto per il Tora Tora di quegli anni e per l’idea di musica live che andava promuovendo. Ma anche per aver ricordato in diretta televisiva proprio quel momento, con dodicimila cristiani fischianti al buio, perché è forse l’immagine più bella di quanto era grande e si faceva sentire la scena alternativa italiana.

 E noi c’eravamo.

Urlavano tutti <<Agnelli paga la luce>>, é stato un momento molto bello“.