Dopo un lungo inverno e la più lunga delle primavere, i cagliaritani Ilienses Tree tirano le somme di sette anni di onorata carriera e diverse incursioni tra palchi calcati, proprio in terra sarda, da mostri sacri quali Novembre e Dark Tranquillity.
Lo fanno in studio, rilasciando al pubblico il loro primo full lenght dal titolo ironicamente profetico “Till Autumn Comes”. Edito dalla label maltese Maculata Anima Rec, “Till Autumn Comes” si muove tra le fenditure asciutte e sterili di un suolo doom/gothic, nella tipica scenografia post-apocalittica sui generis, resa al meglio dalla dilatazione oltremisura delle 7 tracce dell’album e da riff sospesi su quattro quarti che sembrano non chiudersi mai. Ma è con l’inserto di continue contaminazioni Black/Death di stampo scandinavo, in un violento crescendo di blasting-riff e cambi di ritmo improvvisi, che la band offre la sua personale reinterpretazione del genere, in una narrazione dai toni cinerei in cui le atmosfere non faticano a mantenersi costantemente tra il solenne e il funereo, evocando immagini di riti propiziatori e miti arcaici.
A giovarne è la resa più dinamica dei 51 minuti dell’album, oltre alla ricercata esasperazione del climax dei pezzi, traghettati in modo magistrale dall’estensione vocale di Maurizio Meloni, in perfetto controllo tra growl e scream. Un pezzo su tutti, Blood, epitafio di 10 minuti in cui emergono sfumature emotive talmente variegate e contrastanti da scavare il vuoto alle spalle, senza né “prima” né “dopo”.
Un album che proprio d’esordio non è, convincente nei contenuti, degno prologo di un percorso arrivato alla sua piena maturità artistica, seppur nella forma scelta per il concept si assapori quella sensazione di incompiutezza che solo una produzione maggiormente ricercata (in particolare nel mixaggio e nell’editing) può scongiurare. Elemento, quest’ultimo, da tenere in considerazione per i prossimi capitoli di questo lungo viaggio dalle tinte sulfuree, in un’arida landa, quella del doom contaminato di black, in cui gli Ilienses Tree danno sfoggio di un naturale spirito di sopravvivenza e adattamento.