The Defiance - 2018 - intervista - Sa Scena Sarda - Giulia Pani

The Defiance

RedazioneInterviste

I sono una band alternative-rock composta da Edoardo Vaccargiu (chitarra e voce), Filippo Sanna (voce), Mirko Rossi (batteria), Fabio Manca (basso) e Luca Cadeddu (chitarra). Hanno pubblicato un album – Rise – nel 2017, e si esibiscono nell’isola per far conoscere la loro musica. Scopriamo chi sono!

Intervista di Giulia Pani

Ciao ragazzi, partiamo dall’inizio e conosciamoci un pochino. Chi siete e com’è nato questo progetto musicale?

Il nostro nome, The Defiance, è un omaggio all’omonima canzone della band “Young Veins”. Il progetto è nato nel lontano 2009 ma la formazione attuale risale al 2012. Come tutti, abbiamo iniziato facendo cover ovunque ce ne fosse l’occasione, solo per il gusto di divertirci e di suonare insieme. Col tempo abbiamo sentito la necessità di scrivere canzoni nostre, ma sempre senza perdere di vista la cosa principale, il divertimento. Al momento abbiamo all’attivo due album (“From the ink of our skin” e “Rise”).

Nel vostro disco, che è cantato in inglese, ci sono comunque degli incisi in italiano, come a marcare la vostra appartenenza. Quanto ha contato in questo lavoro il vostro essere sardi? E quanto ha influito la nostra cultura e il nostro territorio, anche inteso come ambientazione e paesaggi?

Di sicuro ha influito tantissimo sulle nostre canzoni, siamo inevitabilmente influenzati dalla società e dalla cultura in cui viviamo e dall’ambiente che ci circonda: la nostra terra la sentiamo dentro sino al midollo. Come cantiamo nella canzone “I Am the Ocean”: “Questa terra è il mio penare e il mio gioire, mi attrae e mi respinge”. Molte canzoni tra l’altro sono state scritte pensando ai luoghi, ai paesaggi, ai suoni e ritmi della nostra realtà. La strofa cantata in italiano nella stessa “I Am the Ocean” mette in musica le immagini dei luoghi dove viviamo. Ti svelo una curiosità: l’unico inciso (cantato) in italiano che si trova nella canzone “I Am the Ocean” doveva essere in inglese, ma la pronuncia del nostro amico Emanuele (Pintus, cantante degli Whiu Whiu e della Bumbe Orchestra) non era proprio “ottimale”, per questo motivo abbiamo optato per l’italiano, cosa che comunque ci ha soddisfatto pienamente!

Nei vostri brani si avvertono diverse influenze musicali, una voce che ricorda un pochino il Power Metal dei primi Dream Theater, qualche sonorità lievemente Epic, chitarre spinte alternate a suoni più soft quasi da ballata e richiami al rock italiano… Immagino che ognuno di voi abbia dato il proprio contributo in termini di bagaglio musicale, ma nel complesso, quali sono state le vostre influenze?

È difficile elencare tutte le nostre influenze musicali come gruppo perché ognuno di noi ascolta musica molto diversa o comunque ha alle spalle un background musicale molto differente. Qualcuno si spinge più sul Punk Rock, qualcuno sul Metal, Indie-rock, Folk, Stoner. Ognuno porta nelle canzoni un po’ di sé e dunque è inevitabile che i brani siano così eterogenei.

Chi scrive i testi e quali sono le fonti di ispirazione?

La quasi totalità dei testi sono scritti da Luca, il nostro chitarrista. Scrive qualsiasi cosa lo colpisca: relazioni personali, esperienze vissute, paesaggi. Qualsiasi cosa. Le fonti di ispirazione possono arrivare da film, libri, altri artisti o gruppi. Da tutto ciò che “vive” ogni giorno.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Sicuramente un nuovo tour estivo che si svolgerà tutto in Sardegna. Dopo di che l’estate abbiamo qualche data anche nel resto d’Italia e in altri Paesi Europei. Abbiamo altre canzoni nuove, dunque c’è l’idea di suonarle dal vivo lasciandoci alle spalle il “vecchio” album (Rise) per un nuovo progetto.

Grazie per la chiacchierata e in bocca al lupo!

Grazie a voi per lo spazio!