Copertina di 1+1=3, EP dei Syncopated City

1+1=3 (Live in Bàini) – Syncopated City

Claudio LoiAlbum, Ascolti

è un progetto sonoro ideato e strutturato da (voce e live electronics) e Stefano Casti (basso, contrabbasso, chitarre e live electronics) che nel nome contiene molti indizi che ci portano al cuore della faccenda: musica urbana contemporanea con espliciti riferimenti alla poliritmia tipica della black music. In realtà la faccenda non è così semplice e un ascolto più attento ci consegna ulteriori chiavi di lettura e una visione di insieme più complessa e stratificata. Questo progetto nasce dalla sintesi di esperienze musicali diverse e mutevoli, acquisite dopo anni di studi, ascolti, viaggi in terre straniere e il recente ritorno alle proprie origini, in quei luoghi da cui tutto è partito. L’intensa attività live che ha caratterizzato il loro 2023 è servita per capire meglio da che parte andare, testare le nuove composizioni, trovare i giusti punti di convergenza, dare sostanza ai sogni e alle inquietudini delle passate esperienze. In questa operazione di sintesi e definizione del sé è stato importante poter contare anche sulla verve creativa di Nicola Vacca che ha accompagnato il duo in diversi concerti estivi con i suoi ritmi e fornito una innata predisposizione al confronto e un approccio umano che ha riscaldato i muscoli e gli animi. 

È proprio dal vivo che Syncopated City trova la sua giusta dimensione, il posto giusto per dare spazio alla naturale predisposizione di artisti che cercano di non farsi sovrastare dalle lusinghe della tecnica e da quella sorta di doping culturale che talvolta arriva dall’uso indiscriminato di supporti tecnici, analogici o digitali che siano. Una dialettica difficile da governare, sempre in bilico nel riuscire a trovare il giusto dosaggio tra le parti, nel superare quel fastidio che in tempi passati proveniva dall’uso mistificatorio del famigerato playback e oggi da basi e suoni prefabbricati che spesso sono solo facili scorciatoie che nulla aggiungono all’essenza del progetto. Irene Iris Salis e Stefano Casti queste cose le conoscono molto bene e sono consapevoli che il lato umano della faccenda rimane ancora una carta da spendere, un valore aggiunto da difendere e ribadire. La logica conseguenza di questa filosofia sono queste cinque composizioni registrate dal vivo durante l’estate del 2023 e consegnate all’umanità alla fine dell’anno, un manifesto di intenti che lascia trasparire tutte le influenze stilistiche assimilate in questi anni e diventa una base di partenza forte e consapevole per il prosieguo di questo progetto.

Nella nota stampa di supporto all’album (o meglio un EP disponibile tramite le principali piattaforme streaming) il contenuto musicale fa riferimento a jazz, neo-soul, elettronica, grunge, bossanova, poliritmia ed elementi della tradizione isolana e questo lascia intuire quanto sia difficile inquadrare questa proposta. Ma è proprio la sua natura incerta a renderlo interessante: la sua anima black, la frammentazione dei suoni, il continuo spostarsi tra generi e culture. Un secolo fa questa musica sarebbe stata definita degenere con una forte accezione negativa, oggi è normale non avere punti di riferimento e lasciarsi trasportare dalla corrente, dall’istinto, dalla follia della musica. Solo così si materializzano i sogni e la matematica è solo un’opinione che spariglia e confonde.