Strikedown Fest II
Il report delle due serate alla Cueva Rock
A cura di Giulia Figus, foto di Roberta Uras

Per poter affrontare una perdita, dobbiamo far morire una parte di noi che ancora si fa carico del dolore.
Solo una volta eliminata l'angoscia riusciremo a far partire il processo di rinascita interiore che ci consentirà di lavorare per sostituire la negatività e dare spazio al nuovo “io”.
Bisogna accogliere la sofferenza e farci attraversare totalmente da essa per poter superare la fase di lutto e questo, Emily, Mattia, Martina, Daniele e gli altri amici, lo sanno bene perché con grande forza e determinazione hanno portato avanti la Strikedown Fest ideato da Carlo Articolo, loro amico, fratello e compagno, scomparso nell'agosto scorso.

È stato un festival carico di tensione, tristezza e forte rassegnazione, ma serviva questo per poter mettere una parola fine al tormento e alleggerire il cuore.
Chi è stato lì in questi due giorni ha avuto modo di provare sulla propria pelle quel tipo di vibrazioni tipiche dei rituali di commemorazione.
Sono state spese poche parole ed è stato dato molto spazio alla musica che in tutto ciò ha svolto un ruolo cruciale, portando tutti allo stesso livello attraverso quel processo di connessione prodotto dal suono e facendoci capire l'intensità della sofferenza grazie al forte carattere empatico insito nella musica. Tanti occhi sono stati rivolti verso il cielo.
A stento riuscivano a trattenere le lacrime tra respiri corti e affannosi.
In questa due giorni si sono esibiti, tra gruppi sardi e non, ben diciotto gruppi che si sono alternati con ordine e precisione svizzera.
Ogni band ha dato il giusto contributo e si è dimenata sul palco con una grinta tale da investire i presenti che hanno risposto con cori e pogo.
Il climax è stato raggiunto nella serata di venerdì durante la performance degli Scornthroats, band nella quale Carlo era il cantante.
Sul palco ha preso il suo posto l'asta di un microfono con sopra una felpa: scena emblematica che ci ha fatto capire quanto può essere invadente il vuoto lasciato da una persona che non c'è più. Le grida sono state così forti che sicuramente sono arrivate dritte fino a Carlo.

La Strikedown Fest ha visto anche la partecipazione speciale di alcuni gruppi storici come ad esempio Thee Oops, Gold Kids, Thank U for Smoking che non si vedevano in circolazione da parecchio tempo all'interno della scena cagliaritana.
Sono arrivate in terra sarda anche diverse band d'oltremare come i Danny Trejo, Discomfort, Slander e Step on Memories tutte accomunate da un obiettivo: fondere le loro voci in un unico e purtroppo ultimo grande saluto al loro amico. è stata interessante anche l'esibizione dei Jolie Rouge, con il loro “elettro-rap”, e i Lastbreath freschi freschi di videoclip in ricordo di Carlo.
Mentre i Gairo hanno aperto la serata del venerdì dando la giusta spinta iniziale e preparando le orecchie a ciò che sarebbe accaduto successivamente. Curse This Ocean e WornOut hanno suonato visibilmente emozionati.
I Sangue arrivati dal nord dell'isola hanno rinfrescato il mood portando il loro punk ad alto contenuto adrenalinico.
A seguire si sono esibiti i Runes, con i loro riff pesanti e ipnotici, e gli Strenght Approach da Roma hanno, musicalmente parlando, tirato pugni vigorosi.
I Tear me Down hanno chiuso in bellezza la serata del venerdì lasciando il pubblico gasato per il secondo giorno di musica. Infine i My Own Prison sono riusciti a scatenare l'inferno sotto il palco.
Ogni gruppo, organizzatore e pubblico presente ha faticato e sudato per poter rendere la serata speciale e unica.
Sono stati due giorni di piena collettività e condivisione nella ormai consueta location della CuevaRock che con il suo prezioso staff ha contribuito alla riuscita della serata.
Abbiamo visto tanto stage diving come non si vedeva da tempo, chiacchierato e bevuto fiumi di alcool. Nonostante tutto c'è stato spazio anche per numerosi abbracci e sorrisi liberatori.

La Strikedown Fest è stata una di quegli eventi che ha avuto la capacità di suscitare tante di quelle sensazioni che probabilmente lo ricorderemo per molto tempo perché si è creata tanta attesa attorno ad esso ed è stato pensato in ogni minimo dettaglio.
A dimostrarlo sono state le tante persone che si sono presentate e hanno, forse inconsapevolmente, giocato un ruolo fondamentale per la riuscita della festa.
È stata proprio una festa tra amici che si sono riuniti e con tanta fatica hanno superato ostacoli geografici, economici, temporali e logistici, dando possibilità a chiunque di poter essere presente e partecipare.
Tutto questo è stato fatto solo ed esclusivamente in ricordo e memoria di Carlo che nella musica aveva scommesso tutto, anche l'anima intera.
Venerdì 8 Febbraio
Sabato 9 Febbraio
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