Sonora – Itinerari musicali nell’isola dei Nuraghi

Federico MurziRetromania

Basta un attimo a confondere musica popolare e popular music. Brevemente e per sommi capi: mentre la prima comprende tutte le musiche di natura folclorica, la seconda è una categoria storica legata alle pratiche di consumo di musica all’interno della società di massa. Trovate il tempo e leggetevi qualcosa di gente come Franco Fabbri, Jacopo Tomatis e Richard Middleton, ché sono sicuramente più esaustivi.

Senza dubbio, una persona che ha da sempre ben chiara la distinzione fra i due ambiti è Giacomo Serreli. Giornalista, musicologo, divulgatore, autore di libri (Sardegna rock, giusto per dire) e trasmissioni televisive sull’argomento. Insomma: per usare una formula abusata, ma nel caso di specie calzante, un esperto di musica a 360 gradi. Fra i vari programmi a sua firma, Sonora – Itinerari musicali nell’isola dei Nuraghi è stato in questo senso un chiodo sul muro. 

Sonora è andato in onda su per circa un mese e mezzo e otto puntate (novembre 2008gennaio 2009) dal palco dell’FBI di Quartu S. Elena. Come dice lo stesso Serreli, l’idea era quella di creare un prodotto che trattasse di musica in modo diverso rispetto a come lo faceva l’allora seguitissimo Sardegna canta. Scriveva l’autore all’allora direttore di Videolina Bepi Anziani

“L’avere rivolto questa esclusiva attenzione a questo tipo di produzione (la musica tradizionale) ha tenuto lontano dall’emittente parti consistenti e ricche di interessanti fermenti creativi dell’universo musicale isolano che pure hanno ottenuto attenzione e riscontri di pubblico e critica al di fuori dell’isola. Il riferimento è prima ancora che a certe forme di pop e rock più convenzionalmente allineate a scelte generali dominanti in Italia, alla produzione indipendente che supera i canoni del rock, al rap, che vantano nell’isola anche una sorprendente capacità produttiva in loco con etichette giovani e ambiziose; soprattutto al jazz, a certa ricerca sulla canzone d’autore, sui materiali etnici”.

Se l’idea era quella di superare la visione “monotematica” riprodotta da Sardegna canta, basta scorrere l’elenco delle puntate per rendersi conto che l’obiettivo è stato ampiamente raggiunto. Si parte con Piero Marras, si prosegue con i Primochef del Cosmo, Rossella Faa, Claudia Crabuzza, Enzo Favata, Train to Roots e davvero tanti altri.

Il programma non c’è più (per ora), ma le puntate sì. Potete trovarle sul sito di Videolina e fare binge watching. Per i non avvezzi all’anglofonia: maratona televisiva in grado di lasciare in chi la pratica stordimento, mal di testa e (almeno in questo caso) ottima musica.