“Quando sei qui con me, questa stanza non ha più pareti, ma alberi”. Probabilmente è questo che ha pensato Perry Frank, al secolo Francesco Perra, quando ha imbracciato la chitarra e acceso i pedali per imprimere Selvascapes. Si tratta di un disco a tutti gli effetti en plein air, capace di disegnare, raccontare e omaggiare gli spazi aperti, con la pretesa di coglierne la vera essenza attraverso l’osservazione diretta della realtà.
Il soggetto del disco è il bosco, inteso come insieme composito di elementi naturali e antropici. Per rappresentarne l’interezza, il chitarrista sulcitano si è avvalso della collaborazione del danese Henrik Laugesen, aka Lauge, compositore pratico dei linguaggi dell’ambient. I due, già dalla scelta dei titoli, hanno preparato l’ascoltatore alla scena rappresentata, portando poi avanti la loro narrazione attraverso riverberi, shimmer e dilatazioni. Le conifere, la collina del mulino a vento si intravedono, perchè evocate verbalmente, lasciando il dubbio sulla reale forza didascalica del costrutto sonoro.
Perra ha già ampiamente dimostrato di essere a suo agio negli spazi aperti: sono ormai tante le sue ambient session durante le quali ha suonato e registrato immerso nei luoghi più suggestivi che il territorio isolano offre. In quei casi il “dove” ha sempre rappresentato un fattore al pari della musica, mentre in Selvascapes è “relegato” al ruolo di protagonista sfumato.
Nonostante la difficoltà intrinseca della modalità narrativa prescelta e la staticità del genere, che risultando eccessivamente ermetico o peggio ancora monocromatico non gioca di certo a suo favore, ciò che sempre di più traspare, nei lavori di Perry Frank, è la sua grande abilità di artigiano del suono, inteso come artefice e creatore, capace di costruire e trasformare la materia sonora.