Recensione di Andrea Kush Milia
Uscito nell’estate 2016, l’EP di Daniele Dessì, in arte “Doseman“, propone un sound hip-hop assolutamente retrospettivo. Le produzioni, tutte curate dall’artista (con l’aiuto saltuariamente degli scratch di Dj PNT), mantengono un gusto “funk” ma piuttosto ispirato in confronto ai lavori della sua crew precedente.
Esse si caratterizzano per i campionamenti di alcuni pezzi dei CCCP Fedeli alla Linea e dei CSI, dei quali si sente anche l’influenza dal punto di vista testuale e di alcuni brani di stampo reggae/dub, mantenendo quasi alla perfezione i drum break che venivano utilizzati dai produttori hip-hop nei primi anni ’90 e che ora, a quanto pare anche nel rap americano, tornano di moda.
Un’atmosfera sacra misticheggiante
Nel suo EP, Doseman, mantiene salde le sue posizioni in diversi temi sociali, mostrando un’originalità non indifferente vista la monotonia delle argomentazioni dei rapper attuali.
Il suo credo cristiano-cattolico è parte integrante della sua scrittura e dei suoi studi, al quale corrisponde un grande scetticismo nei confronti di qualsiasi forma di progressismo becero e modaiolo.
Un pensiero che per molti può sembrare anacronistico, del quale lui stesso si rende orgoglioso, come nella sua rima “una vita anacronistica, prima caratteristica/ l’etica che muore a vantaggio della tecnica”.
Testi carichi di citazioni e rimandi a una cultura, quella cristiana, che sparisce sempre più dagli interessi dei giovani, che si limitano a osservarne solo i fasti (in maniera negativa) e i difetti. Doseman sa quello che dice, conosce quello che ha studiato e tramite il rap ci porta a conoscere uno scenario caduto nel dimenticatoio.
La scelta dell’autoproduzione
Un EP del genere difficilmente sarebbe potuto uscire sotto un’etichetta, vista la difficoltà dei rapper (e soprattutto di coloro che vengono da un paesino piccolo come Fluminimaggiore) di uscire dalla nicchia di quelle “4 persone” (spesso solo amici e parenti) che tuttavia, pur essendo artigianale, è piuttosto curato nel mixaggio di Dexter B.
L’EP inoltre contiene alcuni featuring con i seguenti rapper: la Percezione Ignota Posse (gruppo di cui faceva parte Doseman, scioltosi nel 2017); Dexter B. e Yoder; degli scratch di Dj PNT (ex P.I.P) e dell’assolo di chitarra di Fabio Lisci.
In sintesi
Il disco si apre con un’introduzione piuttosto reggaeggiante con l’ausilio degli scratch al fulmicotone di Dj PNT. Ad essa segue la title-track in cui Doseman spiega il suo pensiero in chiave religiosa e inveisce contro i lati “corrotti” della società. La terza traccia rappresenta ciò che viene chiamata “posse-track”, ovvero una traccia con diversi mc’s che a turno “cacciano” le loro skillz (tecniche).
“Oggi no” è invece è un pezzo romantico e, a mio parere, abbastanza smielato (forse la pecca dell’album). Apeiron rappresenta ciò di cui si parla infatti, l’infinito, gli mc’s partecipanti al pezzo disquisiscono su ciò che veramente vale e sui crimini della politica globale riguardo alcuni temi come l’immigrazione.
“Non so dei vostri buoni propositi” potrebbe essere considerata un seguito di “Scrutando il mistero divino” in chiave meno pompata.
“Fosse l’ultimo errore“, con la partecipazione di Yoder, rappresenta il capolavoro dell’album, un pezzo che tratta degli sbagli comuni che l’uomo si accinge a fare nella propria vita e nella sua debolezza che spesso lo spinge a perseverare.
Concludono il disco, l’Outro e il remix di Scrutando il mistero divino.
Un ascolto consigliato a chi adora un sound hip-hop anni ’90 e a chi non si fa pregiudizi sulla religione o sui punti di vista altrui, seppur per certi versi piuttosto scomodi.