Deadpoint – SCAM

Claudio LoiMusica, Recensioni

Dark ambient, venature techno, scorie industrial, distopie sonore in dissoluzione, magma indefinibile di suoni e tormenti, mutazioni del suono verso nuove vie di fuga. Difficile definire in poche righe il contenuto di Deadpoint, nuovo progetto sonoro di Samuele Costa nelle vesti di , pubblicato da quella fucina di tormenti che risponde al nome di Monolith. Molto meglio lasciarsi andare per perdersi in questo oscuro e poroso labirinto di incubi artificiali. Il mondo di riferimento è quella instabile onda nera di cui ci ha parlato Giacomo Pisano nel suo recente libro e non a caso le liner notes sono merito suo, uno che conosce molto bene i turbamenti dell’anima e cosa vuol dire far parte di un’idea, crederci fino in fondo, farla diventare sentiero da percorrere e anche da destrutturare all’occorrenza. Perché la dark culture è mutazione e cambiamento per statuto, è trasversale e poco incline alle catalogazioni, pensiero in divenire con un continuo rimando a voci e influenze sempre nuove. 

si muove in queste torbide acque, le stesse che ha solcato Adi Newton nella sua lunga e frastagliata esperienza, le stesse nebbie che fanno da scenario anche a proposte più commestibili (ma non troppo) come quelle di Trent Reznor. Di questi eroi nel vento – e di tanti altri – SCAM. prende in prestito l’ossessiva e martellante pulsione ritmica, il ricorso a manipolazioni elettroniche, glitch, riverberi digitali e quell’estetica glaciale di chiara impronta IDM che rimanda alle migliori esperienze di casa Warp. Il resto è tutta roba sua, di Samuele Costa, che dimostra di sapersi muovere con disinvoltura in un ambiente piuttosto affollato, quasi saturo, e di riuscire a fornire nuove pagine di apocalittica ascendenza dark. Scivola bene l’album, si ascolta con un lieve senso di paranoia e rende l’ambiente circostante più adatto e compatibile alle terribili diffrazioni del nostro vivere. 

Chi non è abituato a queste deflagrazioni sonore è meglio che cambi aria. Questa è musica per camaleonti, per creature che la scienza ufficiale non ha ancora classificato. Sono i suoni di un mondo in disfacimento ma non del tutto finito: rimane qualche fioca luce all’orizzonte, qualche gemito arriva dalle macerie. Un progetto in cui rivive il perenne conflitto tra Eros e Thanatos, Amore e Morte, quella stessa filosofia (periferica e oscura) che Ester Cois ha rintracciato nell’Onda Nera raccontata da Giacomo Pisano nel suo volume. Deadpoint è quel sorriso beffardo che rimane stampato sul volto di chi è andato oltre, di chi ha voglia di spingersi al di là delle solite convenzioni verso uno scenario ancora tutto da immaginare.