Non sono un passatista o un nostalgico: non rimpiango nessuna âge d’or, men che meno quelle che non ho conosciuto. Però in questo periodo dove i concerti vivono continuamente una situazione di stop-and-go mi trovo spesso a scartabellare sul web in cerca di tracce dei grandi eventi live Made in Sardinia. E ne abbiamo avuti tanti: recenti (The Comet is Coming, tanto per dirne uno) e lontani.
Il Sarroch Summer Grooves (festival musicale organizzato da Vox Day) ha sempre vantato punte di diamante della musica- sia che fosse isolana, peninsulare o mondiale. E ce n’era per tutti i gusti. Il 2009 era stato l’anno di due colossi del prog-rock, i Jethro Tull e i Gong; nel 2003, i Deep Purple; nel corso degli anni si è avvicendata una folta schiera di nomi provenienti dalla scuderia dell’indie-rock (termine talmente onnicomprensivo che non si sa più bene cosa significhi) italiano e non: Afterhours, Verdena e Placebo; varie ed eventuali forme di vita che non saprei come etichettare, leggasi Gogol Bordello e Africa Unite; nomi tutelari del panorama nostrano: cito Joe Perrino e De Grinpipol. E poi c’è stato quello che probabilmente rimane l’evento degli anni zero: il concerto dei Motörhead con in apertura i One Dimensional Man .
Io non me li filai: li snobbavo, pensavo facessero ‘roba pallosa’. Ho imparato ad apprezzarli tardi ma in tempo per capire cosa, effettivamente, mi sono perso.