di Luigi Buccudu
Cubeddu dimostra una notevole abilità nel dar voce ai personaggi mitologici dei quali richiama le gesta, non risultando mai stucchevole o retorico nonostante l’uso di un lessico ricercato. I brani, tutti mediamente lunghi, si cullano in loro stessi senza fretta, come a misurare bene il ritmo della risacca che intimamente evocano.
La chitarra in slide appare solo sporadicamente lasciando la ribalta a un impianto, comunque, acustico che riesce a richiamare strumenti tradizionali come il bouzuki o il mandolino.
Brano tratto dall’album ‘nostos‘
Videomaker Stefano Lande
Montaggio Austinu d’Antonio
Post produzione audio Michele Nicolino (Lobster Studio)
Questo brano narra dell’amore di Medea, principessa della Colchide, per il greco Giasone, e dei sacrifici che ella fece per aiutare l’amato nella conquista del vello d’oro. In nome del più alto sentimento umano, Medea tradì il proprio popolo sottraendo il bramato cimelio e, nella disperata fuga, uccise il fratello per seminare la flotta paterna.
Ma il destino ha un suo corso prestabilito, e stravolge anche i piani dalla mente umana più abilmente architettati. Giunto in Grecia, Giasone non ottenne il trono della propria città, come di diritto, ma fu esiliato insieme alla sposa Medea e ai figli. Dopo tanto peregrinare, la povera famiglia trovò asilo nella città di Corinto. Qui Giasone, saputo che la principessa locale era senza marito, non esitò a chiederla in sposa: il suo era pur sempre sangue reale, e re sarebbe ci sarebbe diventato, ad ogni costo. Medea, così tradita dal suo unico amore, tramò vendetta. Con abili sortilegi, riuscì ad uccidere la novella sposa e, prima di darsi alla fuga, sgozzò i propri figli sotto lo sguardo attonito del padre.
La tragedia non è ancora giunta, ahimè, al suo termine. Giasone fuggì da Corinto e cercò pace dalle tremende sofferenze dell’animo nella sua amata nave Argo, la stessa nave con la quale compì la famosa l’impresa e conobbe Medea. Qui infine, tormentato dai sensi di colpa, pose fine alla propria vita, impiccandosi.
L’amore, in tutto il suo splendore e la sua profonda oscurità, e il fulcro di questa canzone.