Rude Nada – Dandaure

Federico MurziMusica, Recensioni

L’arsenale della no wave è stato ampiamente usato da No New York in poi: distorsioni disturbanti, dilatazione dei tempi, mortificazione della forma canzone eccetera. Riprendere quei tropi allargandoli e facendone un uso appropriato è un azzardo, se non si vuole cadere nel manierismo calligrafico. I da Marsiglia si inseriscono pienamente nel filone di quelli che ce l’hanno fatta. 

Con il quartetto franco-sardo (Krim Bouslama e Billy Guidoni alla sezione ritmica, Fabio Cerina e Fabrizio Bozzi Fenu alle chitarre) sbatte in faccia all’ascoltatore un melting-pot di chitarre sature splendidamente noise spinte su batterie che guardano ora a certo electro-jazz, ora alla psichedelia e al garage di fine ‘60s. La formula è suppergiù quella che amiamo e che conosciamo: riff acidi ripetuti a oltranza, una costante ricerca dell’atonalità e note storte. Mom Tique in questo senso rappresenta il manifesto del disco. Roba che fa pensare a Tom Skinner che se la ride insieme ai Teenage Jesus & the Jerks o a come forse sarebbe stato Daydream Nation suonato dai 13th Floor Elevators sotto codeina. Il riff di Ideona Decline e l’incedere ansimante di Manteaucorne trasudano Texas, polvere e deserti. Kaliportage è un crescendo di rumorismo e di cluster siderali. Insomma: trenta minuti circa di arabeschi lisergici, drumming sporco ed elegante allo stesso tempo, interplay da maestri. C’è del metodo in questa follia.

Note biografiche: Rude Nada è uscito il 15 Luglio per ed è stato registrato  a L’Embobineuse di Marsiglia. Mixaggio e mastering sono di Billy Guidoni e Fabrizio Fenu, la produzione è firmata Araki & Dandaure. L’artwork è di Federico “Neeva” Orrù. I non avvezzi al genere faranno meglio a stare lontani; gli amanti possono mettere su la coda di Montalbo e farsi trascinare in viaggi spazio-temporali.