Copertina di Quanto costa sognare, album dei Roman Krays

Roman Krays – Quanto costa sognare

Luca GarauAlbum, Ascolti

C’è stato un momento, all’inizio degli anni 2000, in cui l’etichetta punk italiano individuava non tanto la provenienza geografica, quanto un vero e proprio stile. Il solco era quello internazionale, ma band come Punkreas, Derozer, Pornoriviste e altri avevano mano mano tracciato la via italiana al punk.

Col tempo la via si è interrotta e, a parte i capostipiti, il testimone non è stato raccolto se non in pochissimi casi. Uno di questi casi è incarnato dai , band del medio campidano al debutto con Quanto costa sognare. Si presentano con formazione classica, due chitarre basso e batteria, cantano in italiano dosando, come da tradizione velocità e melodia. Nelle grafiche della band appare addirittura la saetta che spezza il cerchio, tipica dell’iconografia dei centri sociali, a fare tanto 2000.

Dietro Quanto costa sognare c’è Rockerstage in collaborazione con . Rec e mix sono opera di Antonio Nigro degli DARC Studios di Marrubiu.

Chiusa amarcord per chi scrive e per pochi altri: alla voce e alla chitarra (chissà se è ancora quella gialla a stella) Luca Vaccargiu, già nei Burp, formazione heavy metal delle pendici del Linas negli anni delle assemblee musicali.

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