Rock TV Tour – 2 maggio 2004

Luca GarauRetromania

C’era una volta un canale musicale, visibile solo sulla piattaforma televisiva Sky Italia, al canale 718. Un’oasi di pace per le orecchie di bulimici ascoltatori di “rock alternativo”, che, ahinoi, era visibile solo sulla citata piattaforma on demand. Creato da Gianluca Galliani, meglio conosciuto come il figlio di Galliani, offriva un palinsesto che spaziava dall’heavy rotation, alle telefonate a Pino Scotto passando per le live della band in sala prove.

Ci sarebbero pagine di racconti dei pomeriggi passati ad ammirare le doti canore di Cristina Scabbia o a guardare i Julie’s Haircut chiedendomi cosa fosse quella roba con la luce blu che il chitarrista passava sulle corde della sua chitarra (eh ok, l’e-bow, ma a 16 anni e senza google non era così scontato), il tutto trascurando versioni di latino, sinossi di autori greci e tanto altro, ma probabilmente non importerebbe a nessuno. 

Quello che invece ha senso scrivere è che Rock TV lanciò anche un festival itinerante, il che il 2 maggio del 2004 toccò anche la Sardegna, precisamente Cagliari nella cornice mai troppo rimpianta di Monteclaro. Per l’occasione si esibirono Rodeo Clown, Mary’s Bluecake, Solid Vision e Inkarakua dall’isola e in conclusione gli “ospiti internazionali” Pornoriviste e Persiana Jones. Il format prevedeva inoltre la Rock TV Box, una specie di scatola magica dentro la quale era possibile lasciare un video messaggio o richiedere direttamente un video musicale. Inoltre i live corredati di interviste alle band presenti erano ripresi dalle telecamere di ROCK TV per poi venire trasmessi all’interno del programma On The Road. Ed è proprio da una puntata di on the road che è tratta l’intervista agli Inkarakua riportata qua sotto.

Per la gioventù sarda, sempre affamata di concerti, era un’occasione troppo ghiotta per perderla e infatti la risposta fu massiccia e anche in quella data il polverone sollevato dalle danze e dal pogo testimoniò la riuscita dell’evento. Tra i ricordi personali annovero una calcolatrice, un righello, penne e matite trovate in mezzo al pogo di cui mi resi conto di conoscere fin troppo bene il proprietario.

Al netto di ciò, la rubrica è Retromania e non Amarcord. Eppure, inevitabilmente quando si guarda indietro, è difficile farlo senza quel briciolo di nostalgia per quel periodo storico in cui, per una serie di favorevoli congiunture astrali, una banale domenica di maggio poteva riservare un concerto con sei band tra compagni di pogo venuti da tutta l’isola.