Una gestazione durata sei anni, iniziata con fields recording, campionamenti e sampling tra la Sardegna, Torino e Milano, per arrivare sino a uno studio di mastering di Chicago: tutto questo per consentire a un buggerraio di rendere omaggio a una brutta storia del suo paese.
Ravot, primo full lenght di Alek Hidell, al secolo Dario Licciardi, racconta, infatti, di quella volta che, nel 1942 un siluro si schiantò sulla banchina del porto di Buggerru uccidendo due bambini che disgraziatamente si trovavano là. E lo fa con il linguaggio analog-elettronico che fonde math, kraut al gusto melodico e narrativo che Licciardi si porta dietro, dai tempi dell’8 bit con gli Everybody Tesla. Traspaiono però maturità e nuova consapevolezza, acquisite grazie alle esperienze di remix, alle diverse collaborazioni, non ultima quella con il concittadino Iosonouncane e all’ingresso nel roster Trovarobato.