Intervista agli organizzatori del Porto Ferro BlueSunset Festival

Simone MurruInterviste

Abbiamo intervistato gli organizzatori del giunto alla seconda edizione.

Intervista di Simone Murru

Quando e come è nato il BlueSunset Festival?

Il Baretto di Porto Ferro ha una programmazione musicale stabile da diversi anni. Le proposte musicali sono molto varie. Puoi trovare il concerto del cantautore e il giorno dopo l’hip hop o l’elettronica, il rock o il jazz.Il Blues, tra tutti i generi, è naturalmente presente da molto tempo.

Sin dal 2014 è ospite fisso ed irrinunciabile, Francesco Piu, in quella che un tempo si chiamava la “Blues Night” del Baretto. Inutile dire che ci siamo innamorati di lui, della sua musica e il nostro pubblico ha risposto alla grande! Da quel momento forse, anche inconsciamente, è iniziato il percorso che ha fatto nascere il Porto Ferro BlueSunset Festival nel 2017. Questa è la seconda edizione.

Il festival è pensato come un appuntamento settimanale che parte a fine giugno e termina a settembre. Lo scorso anno abbiamo proposto 12 date e la tredicesima è stata una serata extra festival con una grande jam session degli artisti che sono riusciti a tornare. Quest’anno le date in calendario sono 13 e coinvolgeranno una ventina di artisti, più le loro band.

Quante persone lavorano dietro il festival?

Come organizzazione 4/5 persone, tra la Cooperativa Piccoli Passi, che gestisce il Baretto, e Good Vibrations. Poi c’è la parte tecnica, palco, runners e altre figure di produzione, siamo tantissimi, più di 20.

Quali sono i numeri del vostro pubblico? E’ un pubblico fatto più di residenti o il festival è maggiormente un attrattore turistico dedicato al turismo?

Centinaia, da tutta la Sardegna ai quali si aggiungono i turisti del periodo. Il festival è nato come una grande scommessa, diverso dai classici, seppur importantissimi, festival sardi, fatti di tre, quattro giorni e, quasi tutti al sud. Con grandi ambizioni dall’inizio e soprattutto senza finanziamenti, quindi con un grande coraggio. Per fortuna da quest’anno lo sponsor San Martino ci dà una mano!

Come valutate il panorama del Blues in Sardegna?

Ci sembra che piano piano le cose si stiano muovendo. Certo con tutti i limiti che abbiamo soprattutto dal punto di vista dei trasporti. Ma abbiamo ottimi rappresentanti che stanno girando in tutto il mondo, portando anche in America il Blues”sardo”.

Ci sono degli episodi musicali e umani da ricordare con i vostri ospiti?

Tantissimi, anche perchè ci piace conoscere soprattutto l’aspetto umano e fino ad oggi abbiamo conosciuto tutte persone bellissime e con un grande cuore.

Potete darci qualche anticipazione sul prossimo programma e le date della prossima edizione?

E’ tutto pubblico. Inizia sabato 30 giugno con Don Leone e continua tutti i venerdi di luglio, i giovedi di agosto per terminare di sabato a settembre. Il programma è ricco di artisti sardi, nazionali e internazionali, il livello è altissimo, saranno 13 date speciali.

Non vediamo l’ora che inizi!

PROGRAMMA:
GIUGNO

  • 30 – Don Leone

LUGLIO

  • 06 – Davide Speranza Band
  • 13 – Marco Pandolfi Duo
  • 20 – Lakeetra Knowles Band / Watermelon Slim
  • 27 – Linda Valori e Maurizio Pugno Band

AGOSTO

  • 02 – Francesco Piu Peace & Groove Band
  • 09 – Sons of Rhythm
  • 13 – Andrea Cubeddu – Angela Esmeralda & Sebastiano Lillo
  • 16 – Superdownhome
  • 23 – Sara Zaccarelli Band
  • 30 – Maurizio Fenini – Veronica Sbergia & Max De Bernardi

SETTEMBRE

  • 08 – Bayou Moonshiners
  • 15 – Dislocation Blues

In generale come valutate lo stato vitale del blues dopo piu di 100 anni?

Il blues è intramontabile, lo troviamo in mezzo a tutti gli altri generi direttamente o indirettamente: è padre e madre delle cose che sentiamo.

Come viene percepita questa musica dal vostro pubblico?

E’ ormai un appuntamento fisso per tante persone. Sono vibrazioni speciali che il pubblico rimanda sul palco e scoppia una magia strana. Aggiungiamoci che tutto avviene davanti ad un tramonto sempre diverso.