Si intitola Per chi resta il nuovo disco dei PMI, band sassarese di cui si erano perse le tracce da lungo tempo. Sono trascorsi infatti ben 30 anni dalle ultime apparizioni della band che ci lasciarono con un album registrato nel 1993 (PMI. Parole Musica Istinto) e pubblicato nel 1994 da Raios e poi da Crime Squad nel 1995. Da questo momento un lungo e misterioso silenzio, poco spiegabile in quanto la band in quel periodo aveva un discreto seguito e ottime recensioni che fecero da apripista per una tournée nazionale e un secondo album in dirittura d’arrivo.
Stando al comunicato stampa di lancio del nuovo album, il periodo di stallo pare fosse da imputare agli sconvolgimenti che la scena grunge dovette affrontare dopo la scomparsa di Kurt Cobain che per i PMI era un punto di riferimento assoluto. Non è dato sapere se questo sia vero o solo leggenda, ma il fatto che il nuovo lavoro esca proprio a trent’anni esatti dalla morte di Kurt forse ci suggerisce qualche debole indizio. Ma poco importa, quello che preme sottolineare è il battesimo di un nuovo disco e una band che ha ancora voglia di suonare, riprendere a pestare i palchi e guardare negli occhi non solo chi resta, ma quanti hanno ancora voglia di rock senza troppi fronzoli, diretto, vivo, elettrico, pulsante, analogico, senza trucchi e senza inganno.
Cinque brani compongono il nuovo disco di cui quattro nuovi di pacca e un brano che arriva da quei lontani giorni per una formazione che attualmente comprende Stefano Demontis (voce e chitarra), Franco Mario Frau (chitarra), Riccardo Nieddu (chitarra), Massimino Canu (basso) e Daniele ‘Tatanka’ Pala (batteria) e il featuring di Paolo Erre alle tastiere e alla produzione con Alberto Erre del Rockhaus Blue Studio e il missaggio di Tommy Bianchi.