Recensione di Daniele Mei
Sono pochi ed essenziali gli ingredienti dosati con sapienza dal duo Demontis & Cuboni in Destination Anywhere.
Paolo Demontis – da non confondere con l’omonimo armonicista cagliaritano di stanza a Torino – è uno dei componenti storici della blues band di Salvatore Amara, mentre Corrado Cuboni arriva da ambienti più garage punk avendo militato nei gloriosi Insensible Eggs durante gli anni novanta. I due collaborano anche nel progetto rock’n’roll swing Lady F. and the Stout Bro’.
Le quattordici canzoni dell’album esplorano il folk americano senza far sconti alle radici musicali degli autori. Composto per la gran parte da brani autografi – escluse le cover di A House in a Motel dei Love e di Mr. Pharmacist dei The Fall – Destination Anywhere è un disco totalmente unplugged che scorre come un whiskey al miele, alcolico ma fin troppo educato. A eccezione della curiosa somiglianza, con ogni probabilità involontaria, tra la prima traccia, Unknown Sea, e il tema principale di Baby Fiducia degli Afterhours, con gli ascolti l’album si rivela un lungo viaggio dal delta del Mississippi al Canada del Neil Young harvestiano, con l’armonica a farla da padrona su riff e assoli stradaioli che ne esaltano la dimensione on the road.