16 Dicembre 2017
Il Live Report di Chiara Gala!
Oggi è la serata del concerto degli Ozone Park al Birdland di Sassari.
Mi preparo, invito una mia cara amica e mi avvio a incontrare il batterista della band Alessandro, che avevo contattato in precedenza. Il Birdland, gestito da Eva, maestra di canto oltre che cantante, e da suo marito Gabriele, è un locale caldo, accogliente e amichevole. Arrivo presto, così ho il tempo di scambiare due chiacchiere con Alessandro su come si sono conosciuti e su come è nato questo progetto che è salito velocemente alla ribalta delle migliori riviste specializzate nazionali.
Il racconto è quasi stupefacente: i quattro si conoscevano fin da bambini per poi perdersi nelle diverse strade della vita, finché si son ritrovati per caso in uno stage a New York. Durante gli studi hanno pensato bene di incontrarsi in una stanza da soli per creare la loro musica. Musica nata così, quasi per noia, mettendo insieme le loro esperienze in una magica miscela di elementi.
È in questo modo che nasce un pezzo di un paio di minuti che va nella rete e viene notato da un festival jazz fusion prog canadese che li invita a suonare a Montreal. Sempre gli stessi pochi minuti sono piaciuti tanto a Emme Record Label che gli offre di fare un disco. Così i nostri simpatici musicisti sardi s’impegnano in pochi mesi e mettono insieme gli otto pezzi (i cui nomi sono stati spiegati dalla band ridendoci sopra) che costituiranno il loro album chiamato Fusion Rebirth.

Loro sono gli Ozone Park composti da Davide Buzzo Buzz (sax tenore e sax soprano), Ewi Beppe Funk (rhodes, synth, piano e clavi), Gianluca Cossu Sonny (percussioni, cymbals e vibrafono). Alessandro Masala Joker (batteria e percussioni).
Prima di entrare nel locale Alessandro mi dice che hanno già fatto il soundcheck e che ci sarà una novità nella disposizione degli strumenti. Dico subito “la batteria sta davanti!” e lui un po’ sghignazzando “si, ma con il batterista di spalle al pubblico!!!”

Ed è interessante questa soluzione, poiché lui chiude gli occhi mentre suona e lascia che tutto fluisca nella sua anima, così come fanno come gli altri strumentisti, che non scrivono la musica ma la improvvisano insieme.
Ed ecco che la musica scende nei nostri più profondi meandri dell’anima ricordandoci gruppi come i Gong, le Mothers Of Invention ed altri ancora. Si sente la maturità musicale dei musicisti, alcuni peraltro molto giovani, che ci portano in viaggio progressive funk e jazz fusion. All’appello in questo concerto mancava il sassofonista, per motivi di salute. È stato sostituito egregiamente Gianluca Cossu che ha suonato le parti di sax mancante col suo vibrafono.
Insomma: un concerto di presentazione del loro primo lavoro assolutamente bello e coinvolgente. Se dovesse mai capitarvi di vederli in giro non perdeteveli!