Quattro chiacchiere con Olly Riva, già frontman di Shandon, Rezophonic e Crummy Stuff che questo week end tocca Cagliari e Sassari con i suoi The Magnetics
Ciao Olly, qui Sa Scena Sarda, siamo un sito che si occupa sia di musica prodotta in Sardegna, sia di tutto ciò che passa da queste parti. Vogliamo conoscere il vostro progetto, dato che questo week end sarete in Sardegna tra Sassari e Cagliari.
Ecco qualche domanda.
Metto le mani avanti, non ho mai ascoltato a fondo lo ska come genere, sinceramente non ci ho trovato mai nulla di veramente interessante, eppure ascoltando Jamaican Ska la sensazione è invece piacevole. Ci trovo molto soul, addirittura del gospel.
Esatto! La verità è che dell’original ska dei sixties si conosce poco. È una musica nata a cavallo tra i fine anni cinquanta e i primi anni sessanta dove i musicisti giamaicani sperimentavano mischiando Soul e Rythm’n’blues sopra ritmi e metriche derivate dal Calipso e dal Mento. Generi tipicamente caraibici. Questo connubio ha generato lo Ska. Poi negli anni questo suono è stato travisato, reinventato, contestualizzato in altre culture fino ad arrivare allo Ska punk.
Con i Magnetics volevamo portare il suono alle origini come le band che lo hanno inventato: Skatalites, Byron Lee & The Dragoneer o i primissimi Wailers di Bob Marley che un tempo erano una band ska.
Come mai, secondo te, lo ska si è diffuso e regge botta ancora in questo modo? Quali sono le sue caratteristiche che lo rendono così appetibile?
Credo semplicemente perché è ballabile e ha cuore, contesto e carisma.. Non è un semplice groove caraibico come la Rumba o il Cha cha cha. Si tratta di musica sincera e ispirata. Dopo gli inizi del genere nei primi anni sessanta lo Ska si è evoluto. Rallentando è diventato Rocksteady poi ribattezzato Reggae. Nei fine anni sessanta la Giamaica è diventava più politica, spirituale e la leggerezza delle tematiche Ska suonavano datate. Nel tempo, comunque, sono ancora intramontabili!!
Naturalmente la vostra base ideale è la Giamaica. Come può una terra così piccola e a suo modo non centrale essere così importante per la nascita di generi musicali che ancora sono straseguiti come lo ska e il reggae?
Se ci pensi, ancora adesso nelle chart mondiali, il Reggaeton o la Dupstep sono derivati da quel retaggio.. La Giamaica ha una storia politica tormentata ed è popolata da gente che vive tuttora al limite. Questo porta le persone ad essere ispirate e coinvolte. Avere fame, avere paura, avere fede, sperare in un futuro più sicuro sono le tematiche tipiche di un paese che soffre. Anche nella storia Italiana quando eravamo più alle strette, sono usciti artisti pazzeschi e opere d’arte senza tempo.
Parliamo un po’ del gruppo con il quale hai iniziato la carriera, e cioè gli Shandon. Suonaste al Tora! Tora! anni fa a Cagliari, giusto? C’ero pure io e mi pare di ricordarvi. Com’erano quegli anni rispetto a ora per una band?
Era tutto più semplice perché la gente non era distratta dai telefoni cellulari o dall’obbligo di frequenza sui social. Si usciva per conoscere davvero della gente, per divertirsi e per scoprire nuova musica o chiacchierare di qualsiasi cosa. Questo portava la gente a comprare il disco di una band, perché si aveva rispetto e la lungimiranza di capire il lavoro di musicisti alternativi e sinceramente appassionati. Ora con Spotify è tutto gratis e scontato, e se non sei là dentro sei uno sfigato.
La musica e i musicisti vengono dati per scontati e tutto questo mi rattrista molto. Ci sono però persone che ancora resistono e amano fare dei chilometri per vedere una band anche più volte all’anno. Ora vedo ragazzi che vanno a vedere un concerto e lo vivono come se fosse un film. Tipo: “Quelli li ho già visti” finito l’interesse!! Assurdo.. cinico.. triste!!
Quali sono i tuoi cinque dischi preferiti di sempre?
Cinque son pochi, io ascolto di tutto e in maniera trasversale. Dal metal al jazz, dal punk, al reggae passando per tutto quello che mi sembra fatto col cuore e non con la testa.
- Bad Religion – Generator
- Tom Waits – Rain Dogs
- Hepcat – Right on Time
- Stray Cats – Blast Off
- Foo Fighters – The Color and the Shape
Invece chi ti ha influenzato e fatto venire voglia di entrare nel mondo della musica?
Bad Religion e Tom Waits. Lo so lo so… non centrano nulla tra loro, ma io sono fatto cosi. Tutto ha un filo conduttore, basta vederlo.
Ascoltando Nel blu dipinto di blu mi son chiesto come mai non avete utilizzato l’italiano per i vostri brani. Mi piacciono molto così, è solo una curiosità.
La lingua italiana è strana, nelle scale pentatoniche o misolidie l’italiano suona male e il soul, il reggae e l’original Ska sono pieni di scale cosi. Poi anche perché volevamo avere un suono più internazionale e meno italiano. Infatti stiamo avendo diversi feedback all’estero, principalmente Germania e Sud America. Ora infatti delle date all’estero in Irlanda, Germania, Francia e stiamo lavorando per portare i nostri pezzi davvero ovunque.
Dei Rezophonic invece che mi dici? Il progetto è in stand by o si considera concluso del tutto?
Ho finito di produrre il nuovo disco dei Rezophonic ormai qualche tempo fa. Credo però che Mario Riso, il portavoce del progetto, stia aspettando il momento giusto per uscire e trovare le persone giuste con cui collaborare. Dopo dieci anni è un progetto che resiste alle intemperie del mercato e a oggi sono stati realizzati 167 pozzi, 15 cisterne per l’acqua piovana e 3 scuole. Tutto solo con i fatti, il cuore e non con le chiacchiere.
Benissimo, non ci resta che darci appuntamento in Sardegna, un’isola come lo è la Giamaica, anzi, addirittura quasi due volte e mezza più grande. La conoscerai bene credo.
Ho cominciato a suonare in Sardegna nel 1994 con i Crummy Stuff, poi con gli Shandon, con i The Fire, diverse volte con i Rezophonic e oggi con i Magnetics. Ho toccato con mano la cultura, il sapore, le persone di quasi tutta l’isola, posti meravigliosi e atmosfera unica al mondo.
A breve spero di ritornare anche con gli Shandon.