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Nuragic Island, intervista a Sergio Spanu

Daniele MeiInterviste

Sergio Spanu è il presidente dell’Associazione Astarte che organizza il festival rock and roll nel Sarrabus. Prende il testimone dello storico direttore artistico Danilo Murtas, comunque sempre presente sia a supporto dell’organizzazione sia come illustratore. Abbiamo fatto due chiacchiere riguardo questa edizione che per la prima volta si svolge a .

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Foto di Alberto Masala

Com’è e quando è nata l’idea di fare un festival rock and roll?

Quello che oggi chiamiamo Nuragic Island è nato nel 2005 con il Booze Party Vol. 0. Più che un vero festival, l’edizione zero è stata una festa tra amici in un locale privato tra Villaputzu, Muravera e San Vito. Alla prima serata che organizzammo suonarono i Nox, gruppo psychobilly di Sestu. L’anno successivo sono entrato a far parte dell’associazione e ci siamo spostati sulla costa di Muravera, nell’area antistante la spiaggia di San Giovanni. Lì abbiamo dato vita alle prime due vere edizioni del Booze Party. In questi ultimi anni abbiamo avuto tante soddisfazioni. La più grande è stata, forse, quella di aver portato i Fleshtones, oltre a tanti altri importanti artisti. Ma ci sono stati anche momenti meno buoni con annate dove abbiamo dovuto saltare o ridimensionare le line-up.

Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a ideare il festival?

Sicuramente puntiamo a risvegliare un po’ il Sarrabus dando sfogo a quelle che sono le nostre passioni. L’intento principale resta sempre quello di far divertire e ballare con le musiche che amiamo, in un ambiente sano e amichevole: dal caro e vecchio rock and roll fino a tutte le sue declinazioni come il surf, il punk, il garage o il rockabilly.

Il festival durerà quattro giorni dal’11 al 14 luglio. Chi sono gli artisti che si esibiranno e come si svolgerà questa edizione?

Si parte giovedì 11 con una serata di apertura a S’Arei Coffee Corner, nel centro abitato di Villaputzu: dj set e The Butchers, band di musicisti storici della scena rockabilly cagliaritana. Venerdì, al Vela Sport di Porto Corallo, iniziamo con il dj set di Fratellanza R’N’R, che introduce il festival vero e proprio nell’area concerti nei pressi del porticciolo. Si alterneranno tre band: Murder Song, progetto punk di Giampy Guttuso (storico frontman dei Gods of Gamble e dei South Sardinian Scum), The Howlin’ Fiends, direttamente dall’Inghilterra e, in chiusura, i Redneck Riders con il loro hillbilly sporco e cattivo.

nuragic island - programma 2019 - sa scena sarda - 2019 - villaputzu

E per la giornata conclusiva cosa avete previsto?

Sabato, nell’area concerti principale, si esibiranno quattro band, anticipate dal dj set vinilico di Fratellanza R’N’R al Vela Sport. Aprono le danze The Shakin’ Apes da Sassari. Subito dopo salgono sul palco The Moo-rays con il loro suono marcio e influenzato dall’hc e a seguire, dalla Spagna, Los Wavy Gravies. Si chiude in bellezza con il sestetto The Midnight Kings, una delle migliori realtà italiane del genere e ultima formazione in ordine di tempo di Luca Mattioli, frontman degli S.T.P. La domenica, sempre al Vela, avremo un djset “defaticante” e il live dei Time Bomb, energica cover band locale di amici con repertorio punk.

Quali sono i criteri di scelta delle band?

Sicuramente scegliamo band con radici rock and roll ben riconoscibili. Quindi da tutto ciò che è di derivazione anni cinquanta fino al garage punk. Cerchiamo poi di spingere la scena nostrana prediligendo band isolane o nelle quali militino componenti sardi.

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Foto di Alberto Masala

Quali sono i vostri riferimenti nel panorama dei festival di genere?

A livello nazionale, il punto di riferimento è sicuramente il Festival Beat, che si svolge a Salsomaggiore Terme alla fine di giugno e giunto ormai alla ventisettesima edizione. In Sardegna il nostro faro è invece l’Here I Stay Festival che ha uno spettro musicale più ampio ed è orientato verso l’indie e le musiche più sperimentali. Esistono poi dei mostri sacri di livello europeo come lo Psychobilly Meeting e il Funtastic Dracula Carnival in Spagna. Vogliamo crescere, ritagliarci uno spazio e magari diventare un festival riconosciuto almeno su scala nazionale.

Da quali fonti attingete per finanziare gli eventi?

Siamo un’associazione culturale non a scopo di lucro. Quest’anno abbiamo ricevuto un importante contributo dal Comune di Villaputzu e qualche donazione da privati. Abbiamo poi il supporto di alcune aziende del territorio per l’accoglienza degli artisti: trasferimenti, ristoro e alloggi. Determinante per la riuscita dell’evento è poi la partecipazione del pubblico, che cerchiamo di agevolare contenendo il costo dei biglietti. Per questa edizione l’ingresso costerà cinque euro il venerdì e dieci il sabato.