Nick Rivera e le musiche dell’isola che ancora non c’è

Claudio LoiRetromania

Il è stato per alcuni anni un ritrovo insolito e inaspettato, lontano dal mondo civilizzato, difficile da trovare eppure tanto accogliente e disponibile verso quella fetta di società che sogna viaggi verso altre dimensioni che difficilmente trova nella pagina ufficiale del pianeta. Era uno spazio privato messo a disposizione per concerti, teatro, esperienze artistiche di confine, pratiche di socializzazione alternative e qualsiasi cosa fatta con le mani e con il cuore. Il 14 gennaio del 2011 è stato Michele Sarti a utilizzare quei luoghi per un live che è in totale sintonia con gli spazi e con le sue passioni musicali ben bilanciate tra il post-rock più meditativo e altre diramazioni del genere che si disperdono in varianti come alt-folk, psycho-core, slow-core e così via. Michele Sarti  per un buon periodo della sua carriera si faceva chiamare Nick Rivera e tra il 2010 e il 2014 (più o meno) ci ha lasciato interessanti tracce discografiche e concerti disseminati nei luoghi più impervi dell’isola. Tra le sue frequentazioni è giusto ricordare i milanesi Bron Y Aur (nei quali militava anche Fabio Cerina), i Franklin Delano (post-rock ortodosso e fedele alla linea), il duo Tacoma (condiviso con Stefano Podda) e tante altre mutazioni di genere talvolta in perfetta solitudine.

Se siete alla ricerca di cimeli di valore vale la pena andare a recuperare due album nei quali la filosofia di Nick Rivera si esplicita nel migliore dei modi. Happy Song Is A Happy Song risale al 2011 (pubblicato da La Bél Netlabel) è un bel compendio di soluzioni musicali trasversali e fuori margine e un palese omaggio a certo minimalismo americano e persino ai suoni della Obscure di Brian Eno. Nel 2013, sempre per la stessa etichetta, vede la luce Zamalek un disco in cui affiorano rimembranze psycho-folk e suoni captati in diversi angoli del pianeta. Un lavoro complesso e ragionato che mette in risalto le capacità tecniche di Sarti, impegnato in diversi strumenti, le sue frequentazioni accademiche, il suo vagabondaggio culturale. Non indifferente poter contare in questo frangente su un partner  di assoluto valore come Raffaele Pilia e vecchi e nuovi amici come Mirco Pilloni, Alessandro Coronas, Elia Casu, Matteo Muntoni, Stefano Vacca.

Zamalek is an island in Cairo in the middle of the Nile.
But also a neighbourhood, something in between.
This album is about the sky you can’t see from this island and the things that swim in it.
Zamalek is a warm cuddle from your trusted friend, a fist in the nape from your best enemy.