Nadia è un progetto di sperimentazione sonora che fa riferimento a Marcello Pisanu, Matteo Sanna e Daniele Serra. Marcello Pisanu abbiamo imparato a conoscerlo e apprezzarlo grazie a proposte che spaziano sempre nelle periferie del rock più destrutturato: noise, garage, psychoblues, kraut e i primi nomi che vengono in mente sono quelli dei Golfclvb che fluttuavano nella galassia Here I Stay, dei Plasma Expander in cui sfoggiava una chitarra baritono decisamente cool, Thee Oops rumorismo sfibrato da periferia abbandonata, La T.A.R.C. uno dei progetti più estremi risalente al 2019 con Antonio Pinna e Daniele Serra e una cassetta Boctok che lasciava presagire tanti sviluppi. Ancora in corso la nuova esperienza dei Fѳrms che in qualche modo riprende e riconfigura vecchie e nuove storie.
Nadia arriva da sedute di improvvisazione tra diversi musicisti e si potrebbe definire come una sorta di drone music creata in presa diretta senza sofisticazioni, senza substrati di post-produzione e con la precisa volontà di evitare le “infinite possibilità offerte dalle tecnologie” con un approccio molto vicino a quella che un tempo si chiamava creative music e faceva riferimento a personaggi come Derek Bailey.
Marcello Pisanu descrive le 13 tracce di Nadia come delle istantanee impresse su pellicola che catturano un momento ben preciso, uno stato d’animo, la purezza di una intuizione che non necessita di ulteriori definizioni. In questa dimensione Nadia va oltre il soggetto che esegue e crea, si identifica come qualcosa di magico e imprevedibile, di ultra/umano che supera ogni dimensione apparente e conosciuta.