Morricone dirige Morricone - Omaggio ad Ennio Morricone - Andrea Morricone omaggia il padre Ennio - Daniele Fadda - Teatro Lirico - Arena Parco della Musica - Cagliari - 2020 - Sa Scena Sarda - 25 settembre 2020

Morricone dirige Morricone, il racconto della serata

Simone La CroceLive report

del 25 Settembre all’Arena del Parco della Musica

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Quando l’Orchestra del Teatro Lirico attacca con “On the rooftop”, dalla colonna sonora de “Gli intoccabili“, ai cinefili in platea è apparso subito Kevin Costner, che nei panni di Eliot Ness, insegue il killer Frank Nitti sui tetti di Chicago, gli risparmia la vita per buttarlo giù dal palazzo un attimo dopo. Il resto del pubblico, pur non ricordando il lungometraggio di Brian De Palma, è stato invece pervaso da una sensazione di suspense, trovandosi catapultato, seduta stante, in quell’aura di concitazione e dramma. Non è difficile credere che questa scena si sia ripetuta durante tutto il concerto omaggio “”, tenutosi venerdì 25 e sabato 26 settembre all’Arena all’aperto del Parco della Musica a Cagliari.

Morricone dirige Morricone – foto di Daniele Fadda

La forza della produzione di Ennio Morricone sta in questa piccola magia: il potere evocativo delle sue composizioni è talmente impattante e invasivo da trasportare senza tentennamenti l’ascoltatore dentro il turbinio emotivo e sensoriale delle atmosfere ricercate dal Maestro, capaci così di prescindere dalla loro veste filmica e continuare a vivere di vita propria nell’immaginario collettivo. Un immaginario talmente pregno della sua opera che il concerto diventa un viaggio, condiviso e partecipato, nella Storia e attraverso le storie raccontate. Così il leitmotiv che si ripete durante “Il buono, il brutto e il cattivo”, il canto solista in “C’era una volta il West”, magistralmente interpretato dalla soprano Vittoriana De Amicis, o il fischio di “Giù la testa” sono diventati per chiunque la rappresentazione sonora dell’epopea western.

Morricone dirige Morricone – foto di Daniele Fadda

Allo stesso modo “Il clan dei Siciliani”, brano colonna sonora dell’omonimo film di Henri Verneuil, con il suo scacciapensieri ossessivo, identifica le storie di mala, l’incalzante bossa nova di “Metti una sera a cena” tratteggia il climax lounge di una certa dolce vita borghese di Felliniana memoria, oppure il tema principale di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” evoca le trame oscure e psicotiche celate dietro rivendicazioni studentesche e lotte operaie. Il concerto è tutto un susseguirsi di rimandi storici (“C’era una volta in America”, “La battaglia di Algeri”, “Vittime di guerra”) e politici (“La classe operaia va in Paradiso”, “Queimada”), che culmina con la tragica epica di “Mission”, introdotta dalle celebri linee di oboe che accompagnano il primo incontro di Gabriel con le tribù Guaranì, lasciando il pubblico con il fiato sospeso a metà tra commozione e meraviglia, fino alla chiusa corale di “Come in Cielo così in terra”.

Morricone dirige Morricone – foto di Daniele Fadda

Un viaggio nel tempo reso ancora più suggestivo dalla direzione del Maestro Andrea Morricone, figlio del compositore, che con grande trasporto ha condotto l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari in una maestosa esecuzione, tra delicatezza ed estremo vigore, fino all’ovazione finale di un pubblico estasiato, che, a suon di applausi, li ha richiamati sul palco per il bis finale. Di grande impatto l’ingresso del Coro diretto da Giovanni Andreoli sul “Tema di Deborah”, che ha dato corpo e anima ai brani fino alla maestosità dell’Abolisson, poco prima della chiusura. Determinante anche l’apporto della sezione “moderna” costituita da Rocco Zifarelli alla chitarra elettrica, Giovanni Civitenga al basso, Massimo D’Agostino alla batteria pianoforte e Leandro Piccioni alle tastiere, a rimarcare la visione lungimirante e sempre attuale degli arrangiamenti di Morricone.

Morricone dirige Morricone – foto di Daniele Fadda

La simbiosi con la settima arte ha dato al Maestro la possibilità di approfondire la trasfigurazione in musica di una impressionante gamma di emozioni dello scibile umano e la riproposizione di una – pur ristretta – parte del suo repertorio ne ha dato piena dimostrazione. Possibilità agevolata dal fatto che i più grandi registi degli ultimi sessant’anni se ne sono contesi le capacità, decretandone la grandezza.

Ma se Morricone sarebbe, probabilmente, potuto esistere comunque senza il cinema – magari rinunciando alla popolarità e alla fama che l’hanno contraddistinto – è pur vero che il cinema, forse, senza l’apporto delle sue colonne sonore, ora non sarebbe lo stesso. Opere che hanno dimostrato nel tempo la propria universalità, riuscendo a farsi strada anche attraverso canali più popular, come le pubblicità, le sigle televisive o, in misura forse maggiore, la stessa musica contemporanea, rendendolo inviso ai puristi della classica almeno quanto lo ha fatto apprezzare nella sfera del pop e del rock, lasciando dietro di sé una scia di seguaci e di estimatori tra i più grandi artisti – non solo figurativi – della seconda metà del novecento.

Morricone dirige Morricone – foto di Daniele Fadda

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