Articolo di Gabriele Mureddu
Maggio è il mese che segna il ritorno sulle scene dell’artista sardo Guido Coraddu.
Il pianista e compositore cagliaritano ha pubblicato il 20, per l’etichetta WMusic Italia, il suo nuovo lavoro dal titolo “Miele Amaro”. Chiaro riferimento all’antologia di poesia e prosa edita da Salvatore Cambosu nel 1954, ma non è l’unico richiamo alle proprie radici. Infatti Coraddu ha rivisitato brani appartenenti alla tradizione del jazz in Sardegna, di autori quali, tra gli altri, Favata, Fresu e Paolo Angeli, creando un’appassionante ed eterogenea raccolta.
L’arco temporale abbraccia gli ultimi quarant’anni del movimento, nelle sue molteplici sfaccettature, elevatosi da genere musicale a vero e proprio linguaggio narrativo di atmosfere legate al folklore e ambientazioni geografiche. L’intento della raccolta è duplice: tributo verso grandi artisti e introduzione per chi vorrebbe conoscere la Sardegna andando oltre le immagini pubblicitarie e le mete vacanziere.
A supporto della produzione troviamo l’evocativa ispirazione, sotto forma di visuals, dell’opera di Costantino Nivola. La stessa Fondazione ha ospitato, il 22 maggio, negli spazi del Museo Nivola, l’esibizione live di presentazione del disco con un concerto tenuto dall’autore.