
Mi Dispiace, Mi Perdono, Ti Amo, Grazie!
Chi Sono Io?, Autoprodotto 2018
Recensione di Alberto Dessì
Chi sono io? è l’ultimo progetto solista del Sassarese Luca Usai, cantautore e musicista attivo nella scena alternative rock isolana sin dagli anni ’90 e noto soprattutto per essere autore e cantante nella band LuxRock.
Il disco é prodotto e registrato in presa diretta da Antonio Maciocco delle Officine Musicali Sassari e poi stampato grazie a Musicraiser!
Alla ricerca di se stessi
Il disco di Usai è corposo: è composto in totale da 11 tracce e una bonus track.
La composizione dei brani è secca, incentrata su chitarra acustica e voce nella pressoché totalità dei brani, caratteristica che riesce a dare al progetto una linearità riconoscibile fin dal primo ascolto. Le doppie voci nei ritornelli amplificano i messaggi e rendono il lavoro armonioso.
Il viaggio che propone Luca Usai è fortemente personale: un omaggio alla ricerca del sé, ma anche una carrellata di sentimenti forti che passano dalla ribellione al disgusto passando per l’amore più puro e il sesso.
La caratteristica fondamentale dell’album, sicuramente voluta, è che molte strofe sono viscerali, urlate. Una sorta di insubordinazione interiore che porta il cantante a voler narrare se stesso ma, allo stesso tempo, a lanciare provocazioni forti per sostenere punti di vista a volte giudicati scomodi dai più e spesso nascosti con l’artificio di liriche poco comprensibili: in Chi sono io? i testi sono chiari e di impatto, non c’è molto spazio per le allusioni incomprensibili.
I brani maggiormente degni di nota sono sicuramente L’Errore dove abbiamo un testo poco velato che sfocia in un ritornello e un ritmo cadenzato che entra in testa dal primo ascolto; Originale è un bel pezzo con un risvolto di denuncia e degli arpeggi interessanti; altro brano particolare ed interessante è la bonus track Essere Felice dove l’autore si mette completamente a nudo esprimendo tutto se stesso “per essere felice io non vi devo niente“.
Una vita in musica
Nel complesso la pecca del disco è il numero molto elevato di brani che forse ne vanifica l’intento di apparire come messaggio, l’autoproduzione fa da padrona nel missaggio e nel prodotto finale che purtroppo offre un suono a tratti monotono e non squillante a sufficienza.
Pensiamo però che l’obiettivo di Luca Usai sia quello di mettere in musica la sua vita e ciò che lo circonda senza rifarsi a suoni patinati e troppo moderni che ne vanificherebbero il gusto e la caratura da cantautore popolare che ha e gestisce egregiamente.