Isole che Parlano - Melisa Yildirim - Turchia - monografia - Marco Cherchi - Sa Scena - 2 settembre 2022

Melisa Yildirim, sulla via della seta fino a Isole

Marco CherchiNotizie

Il primo weekend della XXVI edizione di avvicina geograficamente e culturalmente la Sardegna al Medio Oriente, portando in scena i set di Yazz Ahmed (Bahrein) e (Turchia).  Donne e musica, ancora una volta al centro del palco e della manifestazione organizzata dai fratelli Angeli. 

L'artista nativa di Istanbul e residente in UK si presenterà al pubblico sardo nella serata di venerdì 9 in duo con il connazionale al bağlama (saz), per lasciare poi spazio alle atmosfere d'oriente che si libreranno dal kamancha della Yildirim in solo nella suggestiva cornice del faro di Punta Palau (sabato 10). L'artista si sposterà poi a Orani, al museo Nivola, per un set conclusivo in ensemble con e la sua chitarra battente preparata, programmato per domenica 11.

Conosciamo meglio l'artista turca che con il suo kamancha ha riaperto la Via della Seta alla musica tradizionale senza però rinunciare all'innovazione e alla commistione di generi.

Credits: OneBeat9

MELISA YILDIRIM

Melisa Yildirim nasce da una famiglia curdo-alevita a Istanbul dove ha studiato musica al Conservatorio statale presso la Technical University. Nel suo percorso formativo trova l'ispirazione per lo studio del kabak kemane (da “kabak”, ovvero realizzato da una zucca o kamancha secondo il termine Azari) grazie a Ferhan Yeprem, docente di cattedra alla TU di Istanbul e una delle poche donne attive nel suonare questo particolare strumento tradizionale. «L'ho apprezzato da subito, realizzando che ci sono ancora sonorità inesplorate su cui potersi cimentare», ha dichiarato l'artista in un'intervista al Songlines Magazine. Il kamancha suonato dalla Yildirim è stato realizzato da Arslan Hazreti, artista di origini Azeri-Iraniane residente a Istanbul: «non ha una forma standard, come il violino o il piano. È uno strumento innovativo ancora in via di sviluppo».

Credits: Kerem Can

Dalle caratteristiche dell'anatolian kamancha si arriva a definire il sound di Melisa, armonico e profondo, soprattutto nei registri bassi, ma con un suono graffiante, a tratti ruvido, che rende questo cordofono di origine iraniana così distintivo e avvolto da un'aura classica e solenne: «Traggo ispirazione dalla musica tradizionale, ma preferisco svilupparla e renderla originale. È come un oceano in continuo movimento e divenire».  

La compositrice turca ha accompagnato la prima fase della sua carriera all'esplorazione culturale e a un'intensa attività formativa che l'ha vista viaggiare tra i continenti e commistionare la sua arte: nel 2019 ha partecipato al Making Tracks, un programma di scambio musicale internazionale che vede riuniti artisti emergenti da tutto il mondo con un focus specifico su musicisti il cui lavoro è legato alle tradizioni e che fungono da organizzatori di comunità, divulgatori ed etnomusicologi.

Nel corso del 2022 ha preso parte al programma di residenza musicale OneBeat 9, presso l'Atlantic Center for Arts a New Smyrna Beach, in Florida, supportata dal Bureau of Educational and Cultural Affairs del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, con 20 musicisti provenienti da 12 Paesi diversi per un progetto musicale collaborativo che unisce generi musicali e culture diverse nel segno della commistione e improvvisazione.

Attualmente Melissa Yildirim continua a portare avanti la sua ricerca musicale tra Londra e Istanbul, collaborando con vari artisti professionisti.

Melisa ha di recente rilasciato il suo album di debutto Talûş, (”senza tempo” in ebraico) in duo con il chitarrista Gilad Weiss, definita come “un'esperienza intima espressa dal significato dei suoni”: «abbiamo voluto sviluppare un sound che fosse allo stesso tempo intimo e corposo, e che assorbisse l'ascoltatore in un nuovo mondo, come se la sua anima vivesse all'interno degli strumenti». All'interno del disco troviamo il brano Silk Road, sintesi concettuale del percorso di ricerca musicale in cui l'artista è attiva dai suoi primi passi nella musica: «ho arrangiato questa composizione focalizzandomi sulla diversità culturale. La Via della Seta è una rotta commerciale di fama mondiale che si estende in Europa attraverso l'Anatolia e il Mediterraneo. Questa strada è stata non solo la via dei mercanti, ma anche la via delle idee, delle religioni e delle culture, da est a ovest e da ovest a est».

Credits: i.t.zo.

Trait d'union tra tradizione e innovazione, la Yildirim rappresenta per Isole che Parlano uno sguardo sui temi focali che il festival propone con continuità da anni, sulle culture musicali emergenti, sulla tradizione e commistione di genere, con un impegno importante nel promuovere storie di donne e musica, aprendo spazio alla diversità e avvicinandoci – con la musica – ad essa.

OZAN BAYSAL

Ahmet Ozan Baysal è un compositore e interprete turco di bağlama (saz), specializzato in şelpe, una tecnica di esecuzione del bağlama anatolico senza l'utilizzo del plettro. 

Avendo suonato lo strumento fin dalla tenera età, gran parte della sua musica è una sintesi delle pratiche esecutive tradizionali bağlama şelpe e delle pratiche armoniche nella musica tonale e jazz.

Credits: Ozan Baysal

Ozan si è esibito in tutta Europa, ed è stato ospite al Nuoro Jazz Festival in Sardegna. È anche un ricercatore e appassionato della tecnica şelpe. Dopo aver studiato inizialmente alla Istanbul Technical University, Center for Advanced Studies in Music (MIAM), Ozan è attualmente visiting scholar presso la SOAS, University of London.

ALESSANDRO SANTACATERINA

«Un giorno incontrai una persona che tirò fuori dalla custodia uno strumento estremamente panciuto, quasi buffo. Aveva dei fiori dipinti sulla tavola, e la vernice scrostata via a furia di essere suonata. Era una chitarra battente». Inizia così il viaggio di Alessandro Santacaterina, classe 1994 da Melito di Porto Salvo (Reggio Calabria), alla scoperta di questo rivoluzionario strumento.

Credits: Alessandro Santacaterina

L'approccio del tutto personale alla musica popolare è quello di proporre per analogia e per contrasto le sonorità che lo circondano, per dare una direzione non sempre prevedibile che può sfociare nell'happening, nella danza o semplicemente nel solo gesto scenico o retorico: «La musica popolare è intorno a noi, non ha barriere, va raccontata con ogni mezzo ed è libera di convivere e coesistere insieme a tutto, una specie di arte dell'equilibrio tra le forme».

Con la sua chitarra battente Santacaterina approda alla sperimentazione traslando la musica tradizionale della Calabria nella contemporaneità. Un linguaggio nuovo che evoca altri tempi.