Una macchina sfreccia sull’asfalto sotto un cielo plumbeo, attraversa dune di terra e arriva fin dentro gli stretti vicoli di un paese. In sottofondo una sezione ritmica dritta, dei fiati, una voce sottile e una chitarra elettrica che partono in sordina per poi esplodere di lì a poco nell’apertura di un ritornello da sing-along come pochi. Il refrain è quello di Zeta Reticoli, loro sono i Meganoidi e le strade dove passa l’automobile si dividono fra Piscinas e San Salvatore.
Siamo nel 2003. I Meganoidi pubblicano il loro secondo Lp Outside the Loop, stupendo sensation allontanandosi dalle troppe chitarre in levare che hanno usato fino ad allora e abbracciando un suono a metà fra il rock spinto e le grandi praterie indie. In più di un’occasione la band sottolinea la crasi fra lo ieri e l’oggi sia in termini di etichette che di approccio tout court. Zeta Reticoli è l’ultima traccia dell’album e, forse, rappresenta la sintesi plastica di tutto ciò. Inizialmente si pensa di girare il videoclip (per la regia di Lorenzo Vignoli) in Spagna, ma il budget non c’è. Lo script prevede un uomo che si aggira in un non-luogo alla ricerca di una persona scomparsa. Detto fatto: il non-luogo diventa la Sardegna e Zeta Reticoli diventa uno degli inni dell’Italia sepolta dal berlusconismo. Nota a margine, ma non troppo: i Meganoidi suonarono al Tora-Tora di Cagliari proprio nel 2003 e (se non erro) proprio nel mese di uscita del loro secondo album. Corsi e ricorsi storici oppure, più semplicemente, caso.
Non capisco assolutamente nulla di astronomia, ma da quel che ho carpito negli anni in cui mi sono fatto letteralmente mangiare la testa da questa canzone è che Zeta Reticuli sarebbe un luogo dello spazio (un sistema stellare) in cui vivono i Grigi: gli alienoni alti e con la testa enorme, per intenderci. Tutt’ora mi chiedo cosa c’entrassero con tutto quello che c’è dentro quei versi. La tragedia del G8 di Genova, Carlo Giuliani, la macelleria messicana della scuola Diaz, la fine del sogno no global. Forse speravamo di andarcene da qui e di trovare rifugio da un’altra parte, lontana, inaccessibile.
«Non temere: Zeta Reticoli on my mind. Aspetterò il momento per un migliore slancio».