Matteo Muntoni – Apnea

Claudio LoiMusica, Recensioni

è un musicista poliedrico, uno che non ama sostare nello stesso posto per lungo tempo, che ha bisogno di scrutare orizzonti acustici sempre nuovi. Uno spirito votato alla ricerca con un approccio che appare antico e ultramoderno allo stesso tempo: una coesistenza pacifica di pratiche di costruzione del suono di stampo classico e un calibrato apporto di tecnologie digitali. Apnea rappresenta alla perfezione questa natura bipolare, nasce e si sviluppa con tecniche tradizionali (studio, composizione, assemblaggio), ma si spinge oltre grazie alle possibilità offerte dall’elettronica e, soprattutto, per merito di una innata propensione all’improvvisazione.

Muntoni in questo caso si è ispirato alla teoria dei ‘quadrati magici’ e in particolare al numero 65 che in numerologia dovrebbe richiamare “consapevolezza, equilibrio e comprensione”. Grazie a questo escamotage di natura esoterica/enigmistica Muntoni è riuscito a far convivere scrittura e creazione istantanea, istinto e razionalità. Una situazione che per certi versi richiama l’utilizzo da parte di diversi compositori contemporanei di antiche pratiche come I Ching o di quella strana invenzione che Brian Eno aveva battezzato Oblique Strategies, un sistema di casualità nato per ovviare alle gabbie del pensiero occidentale in un meccanismo che include l’imprevisto e l’alea.

Apnea è una suite di 5 movimenti creata da Muntoni col favore delle tenebre durante il primo lockdown, tra marzo e maggio del 2020, e il successivo aiuto a distanza di alcuni fidati collaboratori come Matteo Leone, Guglielmo Moro, Paco Martucci e la benedizione di Enrico Sesselego nella fase di rifinitura. Il risultato finale è abbastanza distante dalle sue precedenti produzioni, caratterizzate da partiture complesse e arrangiamenti pensati per musicisti di varia estrazione e larghi ensemble. Qui prevale la sintesi, la necessità di esprimersi con il minimo indispensabile, distillare i suoni per arrivare all’essenza degli stessi.

Un lavoro dal respiro lento come una seduta di meditazione trascendentale, come un’immersione nel profondo degli abissi potendo contare solo sui propri mezzi. La musica che emerge da queste tracce non ha nulla di superfluo, nessuna nota in eccesso, niente barocchismi e virtuosismi fini a sé stessi. Si percepisce il rumore delle corde, il pulsare dei tamburi, il profumo del legno, voci lontane, qualche fremito elettronico e il respiro del mondo che ci avvolge alla fine del viaggio.

Apnea è disponibile per il momento su tutti gli stores digitali.

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