“The sun had not yet risen. The sea was indistinguishable from the sky, except that the sea was slightly creased as if a cloth had wrinkles in it”. Inizia in questo modo “The waves”, romanzo unanimemente definito sperimentale che Virginia Woolf scrisse ormai quasi un secolo fa. Sono i soliloqui di un gruppo di amici, che partendo dalla quotidianità, parlano di sogni, desideri, abbandoni, dell’io e del rapporto con gli altri, di individualità e comunità. I riferimenti alle onde, siano esse di mare, luce, emozione o tempo, ritornano per tutto il romanzo, “perpetually”, costituendone di fatto l’elemento che dà ritmo e forma alla narrazione.
Queste sono anche le parole scelte da MixaFortuna per aprire RECODE, disco realizzato con i trombettisti Aki Himanen e Mario Massa, ormai inseparabile compagno musicale, per l’occasione dietro anche alle parti elettroniche. Loro lo presentano come “un’offerta all’amicizia tra artisti, un incontro fatto di rispetto, stima e collaborazione senza frontiere e senza inutili competizioni, ma assolutamente al servizio della poesia”. L’intreccio fluido e costante tra rapporti umani e moto ondoso, così come le parole della Woolf (a eccezione di due testi originali), accompagnano il disco tutto e lo definiscono in forma e sostanza.
Nonostante a un primo ascolto l’album scorra compatto per oltre un’ora di musica, sottoposto a maggiore accortezza rivela una gamma molto più ampia di gradazioni. Il risultato di connessione e incastro raggiunto nel processo di produzione è mirabile. La voce di Mixa si snoda tra improvvisazione e scrittura, beccheggia sicura tra inflessioni black à la Lady Blackbird e sofferenze eteree nordeuropee: una su tutte, a caso, la belga Geike Arnaert che ha reso celebri gli Hooverphonic nei primi anni zero. Le trombe, soffici, sostengono il cantato, alternandosi a esso senza mai accavallarsi, con delicata cautela e reciproco rispetto, secondo i migliori insegnamenti delle declinazioni scandinave del cool, racchiudibili in un’ipotetica panoramica che spazia da Esbjörn Svensson a Nils Petter Molvær, passando per Arve Henriksen. L’elettronica, terzo elemento fondante del disco, manipolata sapientemente da Mario Massa, attinge innegabilmente da club e IDM, concedendosi calzanti derive house e galleggiamenti trip hop, dando al disco un colore finale che mescola calore e astrazione.
L’idea di fondo e le prime stesure dei brani sono opera di Massa e MixaFortuna, da un progetto che prendeva inizialmente il nome di ELÄT, la cui composizione e il tour promozionale sono stati supportati dal MES, il Centro Finlandese per la Promozione della Musica. Cose normali a quelle latitudini, decisamente meno alle nostre. Aki Himanen, noto al pubblico italiano per aver suonato in duo con il batterista Aleksi Kinnunen, si è innamorato del progetto e gli ha aperto le porte del suo studio. Qui ha inserito le sue parti di tromba in dialogo aperto con le linee tracciate da Massa e ha curato il mixing e il mastering; un’opera di “recoding”, come l’hanno definita loro stessi. RECODE è diventato in questo modo un lavoro che abbraccia letteratura, jazz ed elettronica in maniera colta, ma senza pretese figurative né ambizioni divulgative; un lavoro essenziale, articolato nella concezione e minimale nell’esecuzione, che tale arriva, sincero, anche all’ascoltatore, attraversandolo e saziandolo con discrezione, senza pretendergli – con grande merito – alcuna fatica in cambio.
Foto al molo di Sant’Elmo, vista della diga foranea, molo di levante
Cover: Attilio Baghino