“…la mia musica è un racconto. Mi piace raccontare la mia terra attraverso i suoni di una chitarra, creando immagini ed atmosfere del presente e suggestioni del passato…”
Marino De Rosas nasce a Olbia nel 1946 con una chitarra in mano e i suoni della sua terra a fargli compagnia e indicare la direzione da prendere. E lui segue proprio quella strada e la musica sarà la sua fonte di vita e ispirazione. Da giovane partecipa in modo attivo alla grande sbornia dei complessi e delle nuove musiche che arrivano da ogni parte del mondo. Tra i primi anni Sessanta e la metà dei Settanta lo troviamo in tanti gruppi tra cui ricordiamo i Devils, I Pelati (protagonisti di un discreto successo nazionale), i Colours (poi Colors), gli OK, i Rituals, La Sintesi e tante altre esperienze che ne forgiano il carattere e sono propedeutiche alla sua futura carriera.
Dalla seconda metà degli anni Settanta De Rosas si dedica in modo totale allo studio della chitarra e alle possibilità offerte dallo strumento. Inizia così un interessante percorso dedicato alla conoscenza delle musiche tradizionali della Sardegna e alle possibili evoluzioni di questo immenso corpus sonoro. Sono di questi anni importanti collaborazioni con artisti sardi che cercano nuove soluzioni e nuovi punti di vista: lavora a lungo con Andrea Parodi (che lo coinvolge in Abacada esordio solista post Tazenda), collabora con Mauro Palmas, con i Cordas et Cannas e persino con il sogno electrofolk proposto da Bentesoi (leggi Claudia Aru e Arrogalla).
Questa nuova visione della musica tradizionale sarda la ritroviamo anche nella sua produzione discografica iniziata nel 1990 con Kiterras e proseguita con Meridies (1999), Femina ‘e Mare (2007) e l’ultimo Intrinada (2018) che allarga gli orizzonti verso le tante sponde del Mediterraneo.
Michele Pio Ledda ha sintetizzato alla perfezione la voce di De Rosas che “può essere considerato un vero cantore, custode della tradizione, che parte dalla Sardegna, per giungere a scoprire nuovi mondi”. Lo accompagna in questo viaggio la chitarra che nelle sue mani diventa una prodigiosa orchestra, capace di dare a chi l’ascolta nuove ragioni per cantare e per ballare”. Sensazioni ed emozioni confermate anche da un video registrato nella chiesa di Santa Maria di Betlem di Sassari il 12 dicembre del 2003.