Seduto in riva, osservi l’andirivieni del tempo. Ti lasci catturare dai colori del mare per poi immergerti nei tuoi pensieri, finché le note di un sintetizzatore scuotono l’aria in lontananza. Ti lasci ipnotizzare da quei suoni e all’improvviso si fa buio. Cadi in un sonno profondo che travolge i tuoi sensi e quella musica continua a circolare nell’aria in un valzer dark, con una struggente emozione onirica. Come una fuga da un mondo reale seguendo il bianconiglio che ti porta in luoghi oscuri.
Entri in quel mondo dai contorni ipnotici e segui il flusso delle note che circolano come un deja-vu.E l’inizio di questo viaggio sognante ti trascina nel mantra di un disco dal gusto emo-dark, dai testi vivi e intimi. Un guizzo di eros fa da sfondo a quei sogni di passione. Una passione che si tramuta anche in disperazione quando non sai dove sia finita quella verve di erotismo e amore che cercavi.
È questo che ti regala l’ascolto del primo disco omonimo dei Madame Curie, gruppo cagliaritano formatosi nel 2016. La band vede nella sua formazione Lorena Carta, alla voce, Angelo Argiolas, al basso, Fabio Desogus, alle tastiere, e Manuel Deiana, alle chitarre. Un quartetto con tendenze musicali elettroniche e new wave, che ricorda in certe soluzioni i Muse derockizzati, e i finlandesi Him di Ville Valo. La voce di Lorena, quasi da bambina, è un mix tra un tocco naturale e uno sensuale che da fuoco a questi testi.
Fuga nel mondo dei sogni
Emozioni vissute personalmente dai vari membri che vanno incontro al tessuto della loro musica rispecchiandole in modo diretto con questi brani e queste sonorità che esplodono in oscure bolle.
Il viaggio inizia con l’inseguimento del coniglio che ti trascina nella sua tana, ammagliato da un desiderio di allontanarti da una realtà che non ti appartiene, da cui vorresti lasciare scorrere il tempo lentamente, per immergerti nell’abisso del mare. E in Flight si spargono le ceneri di quell’inseguimento verso il caos della vita, fuggendo dalle convenzioni, dalla monotonia di ogni giorno. Slow Lace è un gioco di chiaro-scuro in cui ti lasci travolgere dal desiderio di scoprire nuovi mondi, terre nascoste nel mare inesorabile delle emozioni che s’incamminano assieme a te.
Sad t’immerge verso le cascate dei ricordi che s’incrociano in carezze distorte. E nel mentre che insegui il bianconiglio, intravedi Black Orchid. Ti fermi ad ammirarla: nera come la notte senza stelle. Nella sua bellezza ti accompagna all’interno del suo abbraccio d’infinito. Un fuoco arde e brucia ogni negatività, portandoti nel cuore di questo sogno che non vuole finire.
Nella fuga dai fantasmi della realtà t’imbatti in un cupido dalle ali spezzate. Le frecce macchiate di nero, perse in quel mare di assenze, di vuoti, di distanze. Lo scuoti dal suo torpore. Dal nulla lo riporti in vita, perché quella vicinanza di cuori, Closure, possa riemergere. Every Hug porta a chiederti come sarebbe stato se fossi riuscito a catturare l’attimo di quell’abbraccio, o sentire quella magica parola uscire dalle labbra di quell’angelo che ti ha portato via. L’istinto si colora di nostalgia, e come una carezza, un bacio invisibile cattura l’attimo.
Te lo senti addosso, quell’abbraccio. Una stella che si annida nell’anima celestiale di due amanti catturati nel loro appassionato incontro. E invade il paesaggio di ritmi selvaggi in cui il synth si unisce con le onde del mare dando intensità alle voci, all’incessante rumore di fondo. In References quell’atmosfera sembra prenderti per mano, senza rassegnazione, nemmeno una sensazione, solo desiderio di avvicinarti sempre più a quel sogno vissuto al rallentatore.
Svegliarsi
Riemergere nella realtà sembra impossibile. Il bianconiglio ti scuote dal tuo sonno. La luce dell’alba inizia a illuminare il paesaggio. Sei sempre seduto davanti al mare. Quella musica si è dissolta come un ricordo. Ti alzi, stordito. Come sollevato da mani invisibili, ti metti in cammino, continuando a sentirti vibrare di nostalgia per quelle voci che hanno sussurrato nel tuo sonno. Ipnotizzato da quelle labbra rosso fuoco che all’inizio del viaggio onirico hanno attraversato il tu o io, ti ritrovi a canticchiare quelle parole come un mantra
“follow, follow me, don’t be afraid of what i’m telling, it’s just an odd tale of many life, which live the same. look at, look at me and try to lose yourself in this imagination meeting with real life“.
E risenti quelle note di musica che hanno accompagnato il tuo sonno in quel mondo. Ora è tutto reale. Chitarra, basso, sintetizzatori e la voce di Lorena celebrano quel sogno davanti a te.