Dromos Festival - Ludovico Einaudi - Tharros - Anfiteatro - Daniele Fadda - photogallery - Simone La Croce - live report - 4 agosto 2022 - Sa Scena - 6 agosto 2022

Ludovico Einaudi

Simone La Croce Live report

Il racconto dell'esibizione del pianista e compositore piemontese all'Anfiteatro di Tharros per la ventiquattresima edizione del

Foto di Daniele Fadda

Dopo vent'anni Ludovico Eunaudi è tornato con un disco concepito e suonato con il solo pianoforte, dimensione intima agevolata dalla solitudine del lockdown, periodo nel quale l'album è stato scritto. «Underwater è una dimensione fluida e parallela, che scorre senza interferenze esterne. Sono forme brevi, quasi canzoni, scritte di getto sul pianoforte». Se la condizione di intimità e solitudine ha aiutato la stesura dei brani, per il tour di presentazione del disco, il compositore piemontese ha scelto di farsi accompagnare da Francesco Arcuri all'elettronica e alle percussioni e da due archi, Redi Hasa al violoncello e Federico Mecozzi al violino. Gli organizzatori del Dromos Festival non si sono lasciati sfuggire l'occasione e lo hanno inserito all'interno di un cartellone già abbastanza variegato, inizialmente con una data unica a Tharros, ma diventate subito tre, tutte sold out, vista l'enorme richiesta di biglietti.

Il sito archeologico che si affaccia sul Golfo di Oristano, tra rovine romane e una natura mozzafiato, è una tra le location più suggestive della costa occidentale. A fare da sfondo al palco, solo il mare e una scenografia fatta dalle luci della costa arborense e dai fanali delle barche in rada. Unica nota stonata il lampeggiante blu che disturba la visione del pubblico per la prima parte del concerto, vanificando il grande lavoro fatto dagli organizzatori per improntare tutto al minimalismo: dalla scelta del sito, alla volontà dello stesso Einaudi, di far sedere il pubblico direttamente sul terreno del declivio antistante il palco.

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Credits: Daniele Fadda

E minimale non poteva che essere anche l'esecuzione sin dai primi momenti: strumentazione essenziale, luci statiche e soffuse, Einaudi sale sul palco, saluta il pubblico con un inchino, si siede al piano e dà il via a un lungo set che lo vedrà solitario per quasi mezz'ora, durante la quale propone al pubblico brani tratti da Underwater. Scivolano così via Atoms, Wind Song, Natural Light, Rolling Like A Ball, Swordfish e Flora, al termine della quale fanno il loro ingresso Redi Hasa e Federico Mecozzi. Con loro si lancia in una lunga suite dal progetto Seven Days Walking, insieme di 7 album, uno per ogni giorno di cammino, pubblicati per altrettanti mesi consecutivi nel 2019, suonato, appunto, con il violoncellista albanese e il violinista riminese. L'ingresso del percussionista Francesco Arcuri segna un cambio di passo importante per l'esibizione: si ampliano le dinamiche, si osa di più, il concerto prosegue il suo crescendo, sia per le stratificazioni aggiunte da Arcuri, sia per la scelta dei brani, che danno a tutti la possibilità di pestare sui propri strumenti. Il set esce dal solco minimale tracciato fino a quel momento: L'origine Nascosta e Fly, entrambi dall'album “Divenire” del 2006, Walk da “In a Time Lapse” 2013 e Fossils da “World Sleep Day” del 2021. Raggiunto il climax gli altri musicisti abbandonano nuovamente il palco per lasciare Einaudi nuovamente da solo con il suo piano, con cui riprende ancora Divenire, dall'omonimo album, Luminous e Experience, da “Time Lapse“, di nuovo accompagnato dai sodali. Dopo due ore di concerto il pubblico non è ancora appagato e Einaudi è costretto a tornare ai tasti per i brani di commiato, tra cui Underwater e la celebre Nuvole Bianche.

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Credits: Daniele Fadda

Il pubblico è in visibilio, si alza più volte per rendere omaggio al Maestro, ma il riconoscimento più grande arriva da chi quei brani, interamente strumentali, li canticchia durante le esecuzioni, segno che la formula proposta dal compositore è capace di arrivare. Una formula fatta di melodia, riconoscibilità e ripetitività, con tipiche sequenze popular di fraseggi e stacchi. In questo modo Einaudi è riuscito ad arrivare alle grandi masse, grazie alla sua semplicità di scrittura e all'emotività dei suoi brani, caratteristiche che hanno avvicinato tanto il musicista a un pubblico meno avvezzo alla classica, quanto la sua musica a stilemi più avvezzi al pop e al rock. E la scelta di non presentare il disco in solo piano, conferma questa vocazione: gli archi danno volume e movimento alle esecuzioni, le percussioni e l'elettronica invece conferiscono loro incisività e sostanza, avvicinandole alla forma canzone che lo hanno reso celebre. Una formula vincente e di successo, tutt'altro che scontato per la natura prettamente strumentale della sua proposta, ma innegabile, più che per le vendite, la discografia e i riconoscimenti, proprio per l'acclamazione reale che accompagna i suoi tour. E le tre giornate di Tharros non fanno eccezione.