Recensione di Ilaria Littera
Lantias, ultimo lavoro di Elena Ledda, è un album delicato e suggestivo che con un taglio moderno esprime elegantemente la tradizione musicale sarda. Infatti l’artista selargina durante la sua ricca carriera ha sempre combinato sperimentazione e dedizione nell’esplorare le tradizioni folk della sua terra, elementi sempre chiari nel suo lavoro.
Il disco è costituito da 12 brani narrati dalla voce incantevole della cantante sarda, con le musiche di Mauro Palmas, arrangiate sapientemente da Silvano Lobina. Di produzione, mix e mastering si è occupato Michele Palmas, dello studio S’ard Music, Cagliari.
Le canzoni
La traccia di apertura è Nora, un brano che in un viaggio sognante racconta cenni della cultura rurale sarda attraverso sonorità dal sapore esotico.
Ninna Nanna in Re è un commovente omaggio a Bianca d’Aponte, una musica dolce e cullante ravvivata dalla Kalimba di Gigi Biolcati.
De arrubiu, ha un carattere drammatico reso efficacemente da ogni strumento e impreziosita dal sax e dalla voce di Enzo Avitabile.
La traccia omonima Lantias, smorza per un attimo il clima rilassato con il carico intro di launeddas di Luigi Lai, sviluppandosi poi in un canto speranzoso.
Si ritorna ad una quiete raccolta con Cantu Luxis, brano malinconico e dal forte carico emotivo, enfatizzato al meglio dalla voce, particolarmente intensa.
Beni è una canzone ”ambigua” con sprazzi alternati di allegria e amarezza che riprende la ritmica del ballo sardo.
Ojos Azules è uno splendido brano in castigliano, arricchito da un morbido giro arpeggiato di liuto.
Ses Andau, come De Arrubiu riprende il tema della violenza verso gli innocenti, con un motivo forte, toccante.
Ca sa terra est tunda è una canzone variopinta in forma di filastrocca che parla del controverso modo in cui l’essere umano abita il mondo.
Arenas come Cantu Luxis tratta il tema attuale e doloroso della condizione dei migranti in un brano emozionante e composto.
Serenada è una ballata struggente, scaldata dal clarinetto di Gabriele Mirabassi.
Torrandi ha un’atmosfera nubilosa che rimanda a evocazioni ancestrali.
World Music
Lantias si può definire a pieno un album di world music che attraversa svariati percorsi.
Dalle rotte più lontane alle radici sarde, combinando le tradizioni musicali e culturali più varie con un risultato molto gradevole e in armonia con la gestalt.
I testi scritti perlopiù in campidanese, parlano di temi vicini a tutti noi ma anche di riflessioni che vanno oltre la quotidianità, come il pensiero rivolto alla semplicità e alla saggezza degli antenati sardi, concetto decisamente interessante.
Il contributo di ogni grande musicista che ha messo mano a questo lavoro è ben distinto ma raccordato perfettamente e fa da cornice alla voce di Elena Ledda: sempre impeccabile e con una peculiare espressività.