Copertina di LaManoDestra

La Mano Destra – LaManoDestra

Gabriele MuredduMusica, Recensioni

Mauro Bin Frau è un nome che potrebbe non far suonare alcun campanello mentale, ma è collegato ad artisti e band sarde che non risulteranno dei carneadi per un appassionato del nostro underground musicale. Infatti Mauro Frau, come batterista, è stato membro dei La Pioggia (insieme a , Andrea Cannucci e Giuseppe Aledda), ha collaborato con Herbert Stencil, Emanuele Pintus (nel progetto Bumbe Orchestra e negli anarco-punk cagliaritani Whiu Whiu!) e attualmente suona nel gruppo post rock Araxi, nato dalle ceneri degli stessi La Pioggia e con Nadir Serra al basso. 

Dal 2016 Frau ha deciso di inaugurare un proprio spin-off cantautorale, dando vita al progetto musicale La Mano Destra, in collaborazione col sodale Giuseppe Aledda e reclutando altri soci che gli permettessero di sfogare le proprie pulsioni musicali. Le prime tracce vedranno la luce solo nel 2020 con un ep di esordio live e una manciata di singoli. Dopo un arco temporale più o meno simile, il 7 marzo scorso, Mauro pubblica, un lotto di sette canzoni in forma di nuovo ep eponimo, replicando la collaborazione con Aledda (nel duplice ruolo di chitarrista, synth e produttore), Mauro Carzedda al basso e Daniele Mereu alla chitarra elettrica. La voce principale, le parti di batteria e i testi sono opera di Frau, il quale ha convogliato in meno di 25 minuti un corto vagabondaggio sensazionale, nel senso più esemplificativo della carrellata di sentimenti e sensazioni che sono note alle ultime generazioni. 

LaManoDestra è un breve viaggio introspettivo, tra riflessioni, ricordi e rinascite. Il disco è una pregevole collezione di momenti, musicati in maniera eterogenea alla cui base si trova un esempio riuscito di cantautorato moderno, legato alla nuova scuola nata a partire da Calcutta e I Cani. Sarebbe comunque riduttivo pensare che il lavoro sia una replica di musicisti come Giorgio Poi o Frah Quintale (per quanto quest’ultimo si percepisca in “Nera”), perché Mauro Frau ha scelto di giocare con le sonorità in maniera trasversale, proponendo pezzi dance punk e indietronica, come in Bene (per il cui brano Emanuele Demontis ha realizzato un videoclip girato a Cagliari, nei pressi del quartiere La Palma) o nel punk n’roll scanzonato di “Pianta” e “Tutto quello che so”, vicino ai conterranei Fellini. L’EP si snoda su ulteriori coordinate, tra pop e alt-rock, surf-punk (“Nulla di particolare”), appaiono evidenti una certa facilità di ascolto e la rotazione di alcuni stili, ripetuti e miscelati per tutta la durata del disco, che agevolano l’ascoltatore a mantenere alto il livello di interesse, con una scrittura catchy, ma senza la riproposizione di menù turistici del pop mainstream. L’aspetto dei testi merita di essere sottolineato, raccontando pomeriggi annoiati, sensazioni di fastidio e nevrosi, misantropia, innamoramenti, sesso, droga (osservata come sberleffo a una certa corrente politica attualmente al potere), hikikomori, la botanica e… Gianluca Grignani.

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