È online il sequel di Jukebox al Carbone, documentario in due parti che racconta altrettanti importanti frangenti della storia di Carbonia e di come si sia sviluppata in essa, negli ultimi decenni, una vivace scena musicale.
La prima parte del documentario, ideata e scritta da Andrea Murgia e diretta da Daniele Arca, era stata pubblicata nel 2019 con il titolo Lato A: musiche dal sottosuolo e raccontava di come durante gli anni ‘60 l’inesorabile abbandono delle miniere avesse portato a una piccola rivoluzione giovanile, con la nascita delle prime band e i primi locali in cui esibirsi.
Nelle note che accompagnano il cofanetto ne dà un’esaustiva sintesi Giacomo Serreli. “Perché il benessere che produce il pur faticoso lavoro in miniera, il fermento che accompagna la nascita dei primi locali e centri di aggregazione; l’incisivo impulso delle prime emittenti radio private in FM, sono tutti elementi che hanno contribuito a disegnare e sviluppare una scena musicale che, per esprimersi, si è affidata a esercizi stilistici tra i più differenti”.
Il racconto del Lato A arriva fino al termine degli anni ‘80, quando la città attraversa una profonda crisi sociale, con l’eroina che falciava vite e un’economia che stentava a riprendersi. Ed è qui che gli autori concentrano la loro attenzione nel secondo episodio del documentario, scritto sempre da Murgia e Arca e intitolato Lato B: i ragazzi fanno sul serio. Proprio perché è dalle nuove generazioni che è ripartita, ancora una volta, la musica e con essa la città, un’epopea che agli inizi degli anni ‘90 ha portato “un’intera generazione di ragazzi, e per la prima volta ragazze” a riappropriarsi degli spazi cittadini e far fiorire una scena musicale che salterà il mare e arriverà (quasi) indenne fino ai giorni nostri.
“Dal dopoguerra, stratificazioni sonore hanno accompagnato episodi di fiorente sviluppo cittadino e momenti di grigio inaridimento provinciale, fino ad oggi. “Jukebox al Carbone” – aggiunge Diego Pani – si infila nelle crepe della storia di Carbonia, entro quei passaggi di tempo in cui la musica ha creato uno spazio di socialità, di condivisione, di scoperta della città stessa. Come accade a chi durante il film ci guida dentro questo mondo sotterraneo, anche per chi guarda, il piacere più grande è quello della scoperta, il ritrovarsi davanti a quei segnali sonori connessi alle strade, alle case della città, ma soprattutto alle vite dei suoi abitanti”.
Qualche mese fa è stato reso fruibile a tutti su Youtube il Lato A di questo imponente lavoro di studio e ricerca, e di recente è stato pubblicato anche questo secondo episodio. Come per il primo documentario, i testi sono firmati da Francesco Peddoni e le musiche da Luca Gambula.