Mediterraneo Oggi è il primo album di Jodie, rapper sardo poco più che ventenne. Uscito per l’etichetta cagliaritana Atlantide Dischi e prodotto da Gro, è un lavoro che già al primo ascolto colpisce. Non solo perché, nonostante l’età e la poca esperienza, denota una certa maturità artistica, ma anche per le sensazioni che trasmette. Il mare, che come si può facilmente intuire dal titolo è al centro del progetto, è fonte di numerose metafore, ma è anche lo sfondo fisico immediato di ciò che viene raccontato. Da un lato è sorgente di inesauribile bellezza, luogo di giochi e spensieratezza; dall’altro è anche principio di noia e staticità.
Chi non ha vissuto quelle lunghe giornate in spiaggia con gli amici, in cui il tempo sembrava fermarsi? Nella prima giovinezza queste esperienze generano un senso di pienezza e felicità, che riescono a mettere il mondo tra parentesi. Ma proprio in virtù di questo vissuto intenso, la fine dell’estate reca con sé noia e malinconia. In Mediterraneo Oggi questa dialettica emotiva assume una valenza metaforica, che serve a mettere a tema il concetto di noia, il topos del viaggio e la Sardegna. Jodie ha la capacità di farlo senza cedere mai alle lusinghe della retorica, ma attraverso un linguaggio asciutto e diretto che si fa intendere immediatamente. Questo è certamente dovuto alla sue capacità metriche e di scrittura, ma anche – e in maniera non secondaria – al lavoro di Gro. Le sonorità trap, drill e uk-garage aderiscono perfettamente ai testi, conferendo loro il giusto slancio.
L’incipit dell’album, Intro (Piazza Vuota), mette in luce immediatamente le tematiche dell’opera. In particolare emerge il racconto dello sforzo di agire, di incidere sulla realtà lottando contro se stessi e contro la noia. Ossia quella dimensione esistenziale causata dalla frattura tra la propria soggettività e il mondo esterno, che nelle esperienze precedenti di vita sembravano funzionare all’unisono. Ciò conduce a riflettere su se stessi, sulla propria identità. Mediterraneo Oggi può essere letto come un viaggio alla scoperta di sé attraverso cui, come afferma lo stesso Jodie all’inizio e alla fine del lavoro, “cercare un domani diverso, per sempre”. Questa ricerca porta a risultati diversi, talvolta opposti. Come in Giardino Senza Spazio in cui si racconta la storia di una ragazza che “Dice che ormai era ora di partire / Nel suo giardino non c’è più spazio” e che rappresenta un esempio perché ha trovato il coraggio e la forza “di ripartire da capo”. Ma il viaggio è ambivalente e infatti “Poi c’è un amico che invece è tornato”, il cui giardino “era pure più grande, sì / Però sai a volte gli mancava l’acqua”. Con una semplicità disarmante, Jodie è capace di raccontare il dramma della nostra terra. Il Mediterraneo che circonda la Sardegna è, allo stesso tempo, un fattore di isolamento e un ponte verso l’altro da sé. L’emigrazione è dura ma entusiasmante quando è una scelta, tuttavia, quando diventa una necessità, può diventare una trappola senza vie d’uscita: “[…] una scelta sbagliata ti cambia il futuro, la terra a Milano è diversa fa marcire il frutto”.
Ma l’album è anche molto altro. Racconta di amori sospesi, della lotta per realizzare se stessi e della consapevolezza che ogni viaggio non ha né un inizio né una fine. Mediterraneo Domani, il brano finale, comincia così: “Siamo giunti al gran finale non c’è nulla da imparare/ cosa credi? / non è mica una serie / è la vita normale, questa è la vita normale”. Il viaggio non è che la vita stessa, dove bisogna ogni volta “ripartire da capo”.
Mediterraneo Oggi, a tratti ancora acerbo, è un’opera inaspettatamente matura, dalla quale emerge il talento cristallino di Jodie e Gro. Ai quali va l’augurio di riuscire non solo a migliorarsi costantemente, ma anche di conservare e preservare la freschezza che li contraddistingue. E il miglior modo di farlo è tornare sempre a casa ma non essere mai gli stessi, impegnati come siamo a “Cercare un domani diverso, per sempre”.