Sassari e Kingston non sono poi così lontane. Geograficamente sì ma tante le affinità che accomunano queste due realtà isolane.
Un mare che circonda i propri confini, una secolare storia di dominazioni e ribellioni e una musica che unisce, che lascia spazio alla condivisione di idee, che si basa su una spiritualità tanto terrena.
Il reggae è una filosofia di vita e un modo di stare al mondo, evasione, gioia, senso totale di libertà e stordimento psichico che aiuta a vivere ma anche possibilità di denunciare soprusi e ingiustizie. Un virus buono e gentile che ha invaso il mondo con serena inquietudine, che ha trovato proseliti in ogni parte del globo e che continua ancora oggi a vivere la sua eterna giovinezza nel rispetto della tradizione e nel superamento della stessa.
Certo sono finiti i tempi pandemici in cui Marley riempiva gli stadi del pianeta ma il virus è riuscito a sopravvivere grazie alle sue continue mutazioni.
In Sardegna la parola reggae rimanda direttamente alla storia dei sassaresi Train to Roots che dal 2004 non hanno mai smesso di credere in questa folle e stralunata versione dell’essere.
Una carriera importante fatta di ottimi dischi (almeno 6 album e una lunga sfilza di singoli e collaborazioni), di incursioni in territori extra musicali e concerti in tutta Europa presso i più prestigiosi festival del genere.
Uno dei momenti che loro ricordano con più emozione è la partecipazione al Rototom Sunsplash, un festival reggae fondato nel 1994 a Gaio di Spilimbergo e che dal 2010 si organizza nella località spagnola di Benicasim, nella Provincia di Castellón.
Il video che proponiamo – realizzato da Pierpaolo Capoluongo – è proprio un omaggio a quell’evento e dimostra, come sempre, grande perizia tecnica, controllo perfetto della scena, musica ad alto tasso di Thc. Quindi Legalize It! come suggeriva tanti anni fa il buon Peter Tosh che potrebbe essere la perfetta guida spirituale dei nostri Roots. E non c’è vaccino che tenga…