Shameless, nel 2016, ha creato un piccolo culto intorno ai Dorom Dazed, scavando negli anni novanta e portando quel sound ai giorni nostri con una produzione potente e compatta.
Nel suo primo LP, Tiziano Piu cerca e trova, invece, una dimensione più intima. L’approccio è dolente, malinconico, introspettivo, accentuato dall’uso di tastiere, synth e violini. Alcuni brani, come Intro, For You, For me e Black Soul, con il featuring di Mark Grace, paiono musiche di un carillon con diversi umori. Trova spazio anche il prog in Parco, l’ultima traccia. La canzone che vale da sola il disco è sicuramente il primo singolo A history of death, storia di femminicidio, ben orchestrata con stratificazioni di tastiere e chitarre.
L’inquietudine è sempre presente in Ireneo e dopo alcuni ascolti tutto diventa familiare, ci si sente a casa, cullati e strattonati.
Il disco, prodotto da Villy Cocco e Omid Jazi (Verdena), guarda indietro di un quarto di secolo, forse senza badare troppo al tempo che, nel mentre, come suo solito, è passato però senza troppi rimpianti.