Iosonouncane – Sacramento

Alessio FrauAscolti, Video

Sacramento è un brano di eseguito in diversi concerti tra il 2021 e il 2022. Recentemente pubblicata nell’album Qui noi cadiamo verso il fondo gelido (concerti 2021 – 2022) prodotto da e , la traccia fa da contrappunto al video realizzato dal regista Alessandro Gagliardo e pubblicato lo scorso 8 gennaio. Il film è un omaggio all’artista e scrittore sardo Tonino Casula, scomparso lo scorso 8 marzo. Gagliardo ha infatti svolto un complesso lavoro di montaggio delle straordinarie immagini in super8 catturate dall’artista di Seulo durante gli anni del suo insegnamento alle scuole elementari di Buggerru, che serviranno a costituire il film  Buggerru a scuola nel 1953

Il video di Sacramento andrebbe però concepito come un’opera d’arte autonoma, in cui le immagini filmiche e le musiche si intrecciano fino a formare una nuova unità. La quale, tuttavia, si forma per così dire in contrappunto, e appare piuttosto una coesistenza sincrona del diverso. Il lavoro, infatti, si apre con le immagini in super8 dei bambini di Buggerru che si rincorrono e giocano spensierati nelle dune di San Nicolò. Questa rappresentazione della gioia spontanea del vivere è però contrastata dalla melodia struggente di Iosonouncane e dalla voce che recita “Ciò che fu / mi seppellirà / Ciò che fu / mai più sarà”. Le immagini in bianco e nero assumono allora tutto un altro sapore, che sà di nostalgia per un tempo andato. La gioia quasi sfuma nell’incedere ritmico del brano, che da una dolce melodia si trasforma in un freddo alternarsi di suoni elettronici, percussioni e rumori di fondo. Le immagini assumono, assieme alla musica, una forma sinistra, che quasi si prende gioco della finitezza umana. 

L’intermezzo apparentemente infinito, che pare potersi estendere indefinitamente e rendere insensata l’esperienza vitale, si chiude attraverso la riproposizione dell’inizio sia musicale che filmico. Riappare la dolce e nostalgica melodia assieme alle immagini giocose dei bambini. Il video si sviluppa dunque in una forma circolare, che racchiude in sé la gioia, la disperazione e quella dolce amarezza che lascia il ricordo di ciò che fù e che, inevitabilmente, ci seppellirà. 

Vale la pena godersi questi 12 minuti in silenzio e lasciarsi trasportare da quest’opera sì unitaria ma mai piatta e ferma in sé stessa. Un’unità organica che, come la vita stessa, si riproduce attraverso il conflitto e il contrasto.