In memoria di Francesco Pilu e i Cordas et Cannas

Claudio LoiRetromania

Il 28 dicembre del 2022 ci ha lasciato Francesco Pilu. Se ne è andato prima del previsto portando con sé i suoi strumenti musicali preferiti, le launeddas, il magico organetto, un flauto, la fedele armonica e una voce tra le più riconoscibili della nostra musica. Si è fatto accompagnare in quest’ultima tournée da un’eredità musicale davvero imponente: quasi 45 anni di militanza nei Cordas et Cannas e un impegno costante e indefesso nella “rivalutazione della musica in limba dei poetas et cantadores sardi” giusto per usare le loro stesse parole. 

Dal 1978 i Cordas hanno rappresentato un punto di rottura nella percezione della musica tradizionale sarda che con loro ha assaporato il dolce sapore della contaminazione e del superamento di alcune barriere storiche. Il nucleo originario composto da Gesuino Deiana, Bruno Piccinnu e Francesco Pilu (oltre a una sterminata platea di collaborazioni di ogni ordine e grado) ha dato vita a un progetto musicale che ha ripreso i fondamenti della storia musicale isolana e li ha rimodellati per un pubblico nuovo, più attento alle dinamiche dei cambiamenti sociali e politici. Anche da un punto di vista discografico i Cordas hanno lasciato testimonianze rilevanti: tra le varie uscite non possono essere dimenticati lavori come Cantos et musicas de sa Sardigna (1983), Scalmentu (1985), Musicalimba (1988), Fronteras (1999) e Ur (2006), uno scrigno prezioso di parole (antiche e moderne), di suoni, di emozioni e una visione del mondo più aperta e inclusiva. 

In tutto questo gran movimento di uomini e idee emerge la figura di Francesco Pilu, vero frontman della band, animatore instancabile, trascinatore di piazze, uno spettacolo nello spettacolo. Anni e anni passati a suonare in giro per la Sardegna, in tutti i paesi, in tutte le piazze, nelle sagre paesane e nei festival più prestigiosi, sempre con la stessa voglia e l’energia dei primi giorni. Anche il resto del mondo li ha sempre accolti con entusiasmo e partecipazione, forse per quell’idea di Sardegna così nuova e inedita che loro hanno avuto la forza di immaginare. Al netto delle frasi di circostanza, che in questi frangenti emergono minacciose, rimane il ricordo di un artista unico e sincero, che ha sempre creduto nella forza creativa della musica e che in qualche modo ha cambiato il mondo intorno a sé. 

Lo ringraziamo di tutto questo con un video pescato nella rete risalente al 1999 quando la band era al massimo della sua popolarità e Francesco era il vero dominatore della scena.