Il personale augurio di Frantziscu Arrogalla Medda per Sa Die de sa Sardigna: un gòcius con il faccione di Giovanni Maria Angioy, leader della rivolta che portó alla cacciata del vicerè e dei funzionari sabaudi nel 1794.
Queste le sue parole per raccontare il brano.
“GÒC1U$$$ nasce come divertissement per questa giornata particolare: un breakbeat potente, un po’ violento e volutamente dissacrante per tutto quello che tendiamo a considerare ancestrale, identitario e tradizionale, quindi sacro e intoccabile. Il titolo è un mio personale omaggio alla versione che preferisco di Su patriotu sardu a sos feudatarios, brano di Francesco Ignazio Mannu negli anni delle sommosse, cantata, appunto, anche in forma di gocciu.
Il 28 aprile, Die de sa Sardigna, è un giorno di riappropriazione storica e di riflessione. Come tale, è di grande importanza, in una terra che ha così poca memoria di sé. Quei fatti ci parlano ancora e ci chiamano in causa, perciò è giusto rievocarli. C’è però sempre il rischio di esagerare con la retorica e anche con l’ipocrisia. Nessuno dei tanti che si sacrificarono in quegli anni per rendere migliore la Sardegna avrebbe gradito di diventare un’icona senza significato. Più delle celebrazioni, è importante la comprensione”.
L’animazione video è stata realizzata da Matteo Carboni, giovane videomaker di San Sperate. Le musiche sono di Francesco Medda Arrogalla, arricchite dal liuto cantabile di Mauro Palmas.