Copertina di Ways of Seeing dei Gentilesky

Gentilesky – Ways of Seeing

Francesco Bustio DettoriMusica, Recensioni

C’è una strana linea, irregolare e contorta, che parte dalla Turchia e arriva nella sede di un’etichetta indipendente di Chicago. Questa sghemba traiettoria tocca le coordinate di Cagliari, dove una strana reazione chimica unisce alcuni musicisti sardi già militanti in band come , Loveboat, Oops, e la vocalist turca Yaprak Kirdok, dando origine ai , nome che rappresenta un omaggio dichiarato alla pittrice Artemisia Gentileschi e alla sua vicenda umana e stilistica. 

Ways of Seeing, pubblicato dalla label dell’Illinois , rappresenta un biglietto da visita che ben fotografa l’attitudine underground della band: attraverso i 9 brani che compongono l’album si possono sentire echi di Stooges, Television, Talking Heads e Arctic Monkeys, impiantati però saldamente nel filone post-punk contemporaneo che vede in band come Squid o Fontaines D.C. i punti di riferimento principali. 

Gli episodi di Ways of Seeing potrebbero sembrare quasi un elettrocardiogramma irregolare e connotato da picchi improvvisi e violenti: ogni brano si muove in maniera sorprendente e dinamica, dominato da una sezione ritmica precisa come un orologio, sulla quale le chitarre fremono con un crepitio nervoso spesso sull’orlo della saturazione, pronte a esplodere in linee tutt’altro che scontate. In questo marasma venato di funk si staglia potente l’inconfondibile vocalità di Yaprak Kirdok, capace di caratterizzare in maniera indelebile ogni capitolo dell’opera prima dei Gentilesky. Ne deriva uno stile profondamente personale e inconfondibile, che invita a un ascolto profondo e continuativo, un brano dopo l’altro. Il parziale rammarico del disco è il non riuscire forse a catturare alla perfezione la mole spettinante di suono che la band riesce a produrre in concerto. 

I Gentilesky appaiono quindi come una emanazione isolana dal respiro internazionale, perfettamente calati nella realtà alternative attuale e che abbiamo il privilegio di poter ascoltare facilmente nella loro dimensione ideale, quella live, dove l’essenza della band può debordare senza freni inibitori. 

A noi sta solo il compito più facile: quello di lasciarci trasportare.