Gambale Twist

Claudio LoiRetromania

Gambale Twist / Whisky, Birra e Johnny Cola. La storia di due canzoni che non hanno cambiato il mondo ma ci hanno provato…

“E lassa s'erveche, picca su caddu, curre curre a ti cambiare pro su twist ballare bogadi su gambale ahahaha pro ballare su twist!!!”

Il 30 settembre del 1964 i Barritas sono a Roma, negli studi della Dirmaphon, per registrare il loro primo 45 giri che conteneva due brani Cambale Twist al lato A e Whisky, Birra e Johnny Cola sul retro. L'incisione avvenne a seguito della vittoria al concorso Arpa d'argento della città di Ozieri che li portò a ottenere un contratto con la casa discografica, un'etichetta discografica fondata nel 1963 da Gaetano Pulvirenti che pubblicò nel 1965 anche il primo album del complesso intitolato semplicemente I . Quando la Ariel chiuse i battenti nel 1966 per fallimento il catalogo passò in mano alla Roman Record Company anche se sarà la Fonotil a ripubblicare il 45 giri nel 1970 e Cambale Twist diventerà Gambale Twist recuperando la giusta denominazione.

Le note di copertina descrivono in modo pittoresco questa singolare esperienza:

“I Barrittas, il cui ingresso nel campo discografico avviene con questo disco, costituiscono un autentico fenomeno di musicalità e spontaneità. Infatti nessuno dei suoi componenti ha studiato musica. Sono sei giovani virtuosi autodidatti che hanno avuto la fortuna di incontrarsi per fare esplodere il loro immenso desiderio di fare della musica. E quanto possa l'entusiasmo sopperire alla scuola, lo potrete constatare ascoltando questa loro varia e completa performance. Benito Urgu, autore e cantante solista dei due brani, ha nel sangue la musica. Seguendo il suo estro artistico, abbandonò il lavoro dei campi per correre dietro a un circo equestre, il circo “Armando”, sotto il cui tendone fu per anni macchiettista, acrobata, imitatore e cantante. Oggi è il perno al quale ruota tutto il complesso. Questo primo disco, dedicato alla Sardegna, è un omaggio alla terra che vide nascere e in cui vivono tutti i componenti del complesso. Altri dischi però dimostreranno quanto varia possa essere la loro produzione.”

Sempre nella copertina del disco troviamo le informazioni sul complesso: Benito Urgu, anni 25, cantante solista / Guido Cocco, anni 21, piano / Antonio Albano, anni 18, chitarra solista / Francesco Salis, anni 17, chitarra ritmica / Antonio Salis, anni 14, chitarra bassa / Antonello Cocco, anni 18, batteria. Il produttore era Angelo Ibba proprio quello del bar di Oristano citato nella canzone. Ho fatto i calcoli e il complesso aveva un'età media di poco inferiore ai 19 anni e se pensiamo che siamo nei primi anni Sessanta del vecchio secolo entrare in quella sala di registrazione con un contratto discografico in mano deve essere stato proprio un bel trip. Ma non solo per loro! L'uscita di quel dischetto segna un momento importante per la storia della Sardegna, una sorta di punto di partenza da cui sono poi derivate tante altre esperienze. Per la prima volta la Sardegna si affacciava a un palcoscenico nazionale con una proposta che riusciva a coniugare la tradizionale iconografia dell'isola, la lingua sarda (nello specifico nelle varianti logudorese e campidanese) e le nuove energie creative che arrivavano dal rock and roll. Quel fortunato 45 giri significò per quel gruppo di ragazzini un bel botto di dischi venduti, serate in locali importanti anche fuori dalla Sardegna (soprattutto nella Roma della dolce vita) e anche passaggi radiofonici e televisivi alla RAI.

Secondo Benito Urgu Gambale Twist “rappresentava la rivolta del pastore verso la sua condizione e l'apertura alla modernità” ma significava anche una nuova visione della Sardegna, più aperta ai cambiamenti e alle spinte che arrivavano sempre più impellenti dal resto del mondo. Fu un momento in cui le fondamenta di una cultura secolare e piuttosto statica iniziavano a barcollare e a essere messe in discussione: una scossa antropologica che in qualche modo ha aperto l'eterno dibattito su cosa sono le tradizioni e come gestirle.

Whisky, birra e Johnny Cola, è invece una sorta di diario minimo che fotografa momenti di vita vissuta da tre personaggi estrapolati dalla realtà oristanese e rimanda a interminabili e indolenti giornate trascorse al bar di Ibba di Oristano: più o meno quello che Fellini faceva nel suo mondo popolato da vitelloni, perditempo, personaggi che diventano paradigma di una provincia tanto statica quanto ricca di umori ed emozioni vere.

In un'intervista rilasciata a Roberto Petretto nel 2014 Benito Urgu ripercorre quei lontani giorni del 1964, la sua Oristano, i suoi amici e l nascita dei Barritas avvenuta in un contesto pieno di elettriche novità che arrivano soprattutto dall'Inghilterra e dagli Stati Uniti. In quel frangente piuttosto che replicare gli originali si scelse la possibilità di adattare quelle musiche alla cultura locale, di rimanere fedeli al proprio mondo ma allo stesso tempo cercare di superalo. «Reinterpretavamo a modo nostro le canzoni che arrivavano dall'estero. A Liverpool cantavano Let's Twist Again? E noi rispondevamo con Gambale Twist».A distanza di tanti anni rimane ancora lo stupore per essere riusciti a scalfire il muro de su connottu e proporre qualcosa di inaudito e rivoluzionario seppur con l'ingenuità e l'approccio un po' naif di tutta la faccenda. Gambale Twist è stato il primo esempio di proto globalizzazione, il primo timido tentativo di affrancarsi da una cultura chiusa e poco propensa al confronto e al cambiamento. I Barritas hanno poi continuato per la loro strada magari in compagnia di altri musicisti (da queste parti ci sono passati anche Antonello Salis e Mario Paliano prima di fondare i Cadmo), tanti concerti e un'altra incredibile trovata che fu quella della Messa Beat in perfetto anticipo sui tempi. Ma questa, come si dice in questi casi, è un'altra storia.